Recensione di Anna Castellari
Del diario ha tutte le caratteristiche, questo delizioso libro edito Elliot. Con un linguaggio fresco, spontaneo, senza troppi giri di parole e per nulla artefatto, Margaret Fountaine restituisce a se stessa – ma oggi ai lettori – le proprie sensazioni e le avventure vissute dall’adolescenza alla vecchiaia.
È difficile per me stilare una recensione nel senso classico del termine. Proprio perché Margaret scrive più per dovere di cronaca, per catalogare i risultati della propria passione – la caccia alle farfalle, appunto – è difficile dare un giudizio stilistico. Ma sicuramente, un punto di forza della narrazione è proprio questa spontaneità, la chiarezza nell’esposizione, la sincerità (essendo un diario, Fountaine tende a non peccare di ipocrisia, rischio alquanto elevato qualora l’intenzione fosse stata la scrittura di un romanzo autobiografico).
Ed essendo un diario, anche se riscritto dalla minuta alla bella copia, non si pecca di “anticipazioni”: non si dà cioè al lettore la sensazione di sapere già che cosa succederà “dopo”, anche se quel dopo, nel corso della seconda stesura, è già arrivato. Al massimo, si danno elementi per far intuire il seguito: per esempio, quando la protagonista anticipa che l’amore della sua vita – una guida incontrata in Medio Oriente – si sarebbe rivelato un “bugiardo”.
Non mancano note di sorprendente acutezza sulla realtà circostante: «Rachel e io imparammo ad andare in bicicletta, un grazioso sport ora praticato dal più gentile dei due sessi, e a ogni età; in taluni casi anche da persone claudicanti o invalide. Ben presto afferrai lo spirito della cosa (si deve sempre afferrare in qualche modo lo spirito dei tempi, non so bene perché)».
Margaret comincia a girare per l’Europa giovanissima, a seguito di una delusione amorosa. Forse per lo spirito libero che la sua condizione fa emergere, attrae stuoli di uomini, pronti a farsi in quattro per aiutarla. E pian piano assistiamo a un’evoluzione del personaggio alquanto originale, soprattutto considerando l’epoca in cui è vissuta la Fountaine: da bigotta suddita dell’Inghilterra vittoriana, Margaret diventa un’emancipata eroina dell’entomologia e della caccia alle farfalle, conosciuta in tutto il mondo. Pur continuando a usufruire dei privilegi della propria classe sociale, infatti, Margaret decide di vivere una vita non comoda né agiata, viaggiando per moltissimi paesi, spingendosi man mano più lontano dalla madrepatria, non sposandosi mai – nonostante le proposte non manchino – un po’ perché il matrimonio poco si addiceva alle sue abitudini, un po’ perché fatica a trovare qualcuno della sua classe sociale disposto a condurre quel tipo di vita.
Il diario ricorda, talvolta, il romanzo Piccole donne – tratto anch’esso da memorie d’infanzia, giovinezza ed età adulta – per quella costante ricerca di libertà e di emancipazione che si respira in entrambi i libri. A onor del vero le differenze ci sono, non solo per le ambientazioni – gli Stati Uniti nel romanzo di Alcott, l’Inghilterra qui – ma anche per il viaggio, reale e spirituale, che Margaret e Jo March compiono. Se la protagonista del romanzo di Alcott si limita all’Europa, e a un viaggiare più intellettuale, da scrittrice, per poi “mettere la testa a posto” e sposarsi, Fountaine si spinge oltre: e con l’aiuto della sua fedele guida che è pure il suo amore, va in Africa, in Asia, in America.
Di tanto in tanto Lady Butterfly rincontra i suoi familiari, con i quali non sempre si trova in grande sintonia, come nel caso del burrascoso rapporto con la madre, mentre altre volte, come con lo zio, sente maggiore affinità. Ma quello che emerge, comunque, è uno spirito libero, al di sopra delle convenzioni, stato che raggiunge a costo di vivere in completa (o quasi completa) solitudine.
L’evoluzione del personaggio ricopre gli anni di giovinezza, età adulta e vecchiaia, quando si legge – questa volta dalla ricostruzione storica della sua vita – di una donna decisa, che porta nel volto e nei propri racconti i segni di una vita vissuta anche in modo spericolato, pur di raggiungere i suoi obiettivi entomologici, e di viaggiare per conoscere il mondo e le cose. Come una moderna Ulisse al femminile, infatti, anche per Fountaine la vita è una continua scoperta, quasi un monito alla curiosità per le generazioni successive.
Nota sull’autrice
Margaret Fountaine è nata a Norwich, in Inghilterra, nel 1862. Prima figlia di un Reverendo, passò l’infanzia e l’adolescenza nel suo Paese, per poi cominciare a viaggiare da giovane, spinta dalla passione per le farfalle e il collezionismo. Viaggiò in settanta paesi, collezionando oltre ventiduemila specie di farfalle, oggi conservate al Norwich Castle Museum. Morì a Trinidad nel 1940.
Lady Butterfly. Diario di una cacciatrice di farfalle – Margaret Fountaine
Elliot, 2012
pp. 254, 16,50 euro