Lady GaGa in Italia da ieri mattina?

Secondo un articolo apparso su La Stampa, Lady GaGa sarebbe arrivata a Torino ieri mattina intorno alle 4. L’hotel che ospitata la cantante sarebbe il Golden Palace in in via Arcivescovado dove ha prenotato dieci camere. Pare che GaGa non sia mai uscita dall’albergo e che nel pomeriggio sia scesa nella beauty farm dell’hotel per un massaggio. La permanenza in Italia sarà breve. Ripartirà subito dopo il concerto. Di seguito l’articolo:

Sono tanti gli ingredienti che hanno contribuito, anche nelle ultime ore, a far salire la febbre non solo torinese per il concerto che Lady Gaga tiene oggi alle 21 al Pala Olimpico di corso Sebastopoli 123. La sala si annuncia piena; cionondimeno l’agenzia Setup conferma che l’ultimo, esiguo, contingente di biglietti sarà in vendita dalle 18 alla cassa della struttura i cui cancelli si apriranno al pubblico alla stessa ora. Il primo segnale di serata memorabile si ebbe il 26 aprile, con l’aggiunta di due date italiane a seguito del tutto esaurito già fatto registrare dallo spettacolo milanese. Il «Monster Ball Tour Feat. Lady Gaga» a quello show del 4 dicembre aggiungeva sì un secondo giorno di spettacolo a Milano, il 5 dello stesso mese; ma, soprattutto, con il lancio dell’arrivo della star americana a Torino il 9 novembre, consegnava alla nostra città il debutto italiano della Lady. Un colpo niente male, cui si aggiunge la più immediata attualità: Gaga ha trionfato poche ore fa agli Mtv Award.

La star americana è arrivata ieri mattina alle 4 al Golden Palace in via Arcivescovado, dove aveva prenotato dieci camere. Per lei una suite che ha occupato solo ieri notte, oggi dopo il concerto ripartirà per gli Usa. Non è mai uscita dall’albergo, colazione con caffè e frutta, nel pomeriggio è scesa nella beauty farm per un massaggio. Impressionante il volume di bagagli che ha accompagnato la regina del pop, molto tranquilla e cortese.

Per accogliere l’ormai onnipotente Stefani Joanne Angelina Germanotti, il palazzo dell’architetto Isozaki è a metà strada tra il Moulin Rouge e un fortino inespugnabile, con uno staff da regina in visita di stato. I camerini a disposizione sono quindici, per una compagnia che somma agli undici musicisti altrettanti ballerini. La Lady ha chiesto l’aggiunta di due guardarobiere al già nutrito staff di addetti ai costumi, per esorcizzare eventuali problemi in occasione dei suoi numerosi cambi d’abito. A sua disposizione ci sono inoltre un medico e un massaggiatore; pronte, tra i tanti mezzi di pronto soccorso, anche quattro taniche di ossigeno con regolatore. Il camerino personale della star è stato inoltre dotato di un doppio sistema di chiusura per tutelarne al meglio la privacy, mentre la stessa agenzia Setup provvede a farle trovare una rocca scelti di prodotti di un noto artigiano torinese del cioccolato.

Imponenti, ovviamente, sia le misure di sicurezza e tutela del pubblico che il potenziale tecnico organizzativo scatenato dalla troupe di Live Nation. Sul primo fronte, gli addetti alla sicurezza sono stati raddoppiati di numero; verranno dotati delle cosiddette «pistole antifalsari», in grado di riconoscere anche biglietti taroccati alla perfezione. Vietati del tutto macchine fotografiche, registrazioni audio e riprese televisive. Per quanto concerne l’apparato scenico, dotato anche di trovate pirotecniche, ad occuparsene è uno staff di trenta persone, giunto in città con ventotto tir e altri mezzi scaricati da oltre novanta facchini; soltanto gli autisti personali degli artisti sono quattordici. Tutto al servizio di uno show diviso in quattro tempi, la cui durata complessiva è prevista sulle due ore e dieci minuti, cui si aggiunge l’esibizione iniziale del gruppo Semi Precious Weapons, atteso alle 20 sul palco.

Poi la festa, con «Bad Romance», «Alejandro», «Telephone», «Paparazzi», «Just Dance», «Poker Face» e le altre canzoni del mucchio a far impazzire la sala, tra effetti speciali e mise audaci della ventiquattrenne artista americana, che fa rivivere sotto la Mole i fasti degli storici concerti di Madonna e Michael Jackson nel 1988.