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Lady in the water è prima di tutto un film onesto, un film che non vuole essere nulla più di quello che in realtà è, cioè, a detta dello stesso Shyamalan, la trasposizione di una fiaba da raccontare ai bambini prima di mandarli a letto, una fiaba che lo stesso regista scrisse in passato per i suoi figli. Un film onesto anche perché non sono presenti i trucchetti narrativi utilizzati dal regista in altre sue opere atti a ingannare lo spettatore, certo qualche sorpresa andando verso il finale c'è anche qui ma niente di paragonabile ai colpi di scena de Il sesto senso o di The village per esempio.
E la dimensione fiabesca a mio avviso funziona, grazie soprattutto a un paio di interpreti: la diafana Bryce Dallas Howard (forse anche un po' sottoutilizzata) che con il suo pallore e la mimica trattenuta riesce a rendere l'idea della creatura incantata pur non mostrando né segni né capacità particolari, e il tenero e sempre grande Paul Giamatti che interpreta un eroe involontario e impacciato che si porta dietro un grande dolore. Una fiaba dicevamo, adatta anche ai bambini più grandicelli, perché no? Un paio di sequenze un poco più spaventose (per i piccoli) ci sono ma nel complesso il target potrebbe essere quello della famigliola intenta a guardarsi una favola dark sicuramente più riuscita, per dirne una, del più recente Maleficient.
È una storia in costruzione quella narrata da Shyamalan durante la quale ognuno dei protagonisti ha il compito, e allo stesso tempo la possibilità, di trovare il suo ruolo nella vicenda, non tutti assurgeranno al ruolo di protagonisti come succede un po' in tutte le storie, ma tutti avranno la loro parte perché, come ci insegna la morale della fiaba, ognuno di noi è importante e ha un compito da svolgere, che questo sia in piena vista o meno poco importa.
Siamo a Filadelfia, in uno di quei condomini con i corridoi esterni a ballatoio e il cortile con la piscina in mezzo. Il timido e balbuziente Cleveland (Paul Giamatti) ne è il custode e tuttofare. Da qualche tempo Cleveland è convinto che qualcuno usi la piscina di notte contravvenendo al regolamento condominiale. Lo stabile è abitato da varia umanità, ci sono il signor Dury (Jeffrey Wright) in fissa con le parole crociate e il suo figlioletto, il critico cinematografico Harry Farber (Bob Balaban), il giovane Vick (Shyamalan) che tenta di diventare scrittore e sua sorella Anna Ran (Sarita Choudhury), Reggie il palestrato a metà (Freddy Rodriguez), una compagnia di fancazzisti fumatori, una ex scrittrice, una studentessa coreana (Cindy Cheung) e sua madre, l'unica a essere a conoscenza di una vecchia storia riguardante alcune creature dell'acqua chiamate Narf.
Ma non è nessuno di loro ad usare la piscina di notte bensì proprio una Narf, la giovane Story (Bryce Dallas Howard) che ha una comunicazione importante per uno degli inquilini del palazzo da recapitare assolutamente prima del suo ritorno al mondo dell'acqua. Ma sulle sue tracce c'è la creatura malevola chiamata Scrunt, un lupo capace di mimetizzarsi nell'erba. Saranno i condomini a doversi organizzare per permettere alla spaventata Story di portare a termine il suo compito e tornare a casa.
Forse ingenua e infantile nello sviluppo, la storia assolve al suo compito di favola, un film per chi ancora è in grado di sentirsi vicino a un certo tipo di narrazione, lontana dalla realtà ma dalla dimensione magica.
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