Magazine Cinema
di Lynn Shelton
con Kiera Knightley, Chloe Grace Moretz, Sam Rockwell
Usa, 2014
genere, commedia sentimetale
durata, 99'
In America li chiamano Chick Flick, termine che in gergo cinematografico viene affibbiato con toni poco lusinghieri a quei film caratterizzati dalla predominanza di una compagine femminile pettegola e ciarliera. Generalmente questa categoria di lungometraggi si distingue dalle altre per la presenza di ragazze adolescenti e donne da maritare, afflitte da quel tipo di vicissitudini che di norma lasciano indifferente il popolo maschile, non a caso ridotto in questo genere di storie a presenza puramente decorativa. Ad una prima occhiata “Laggies”, il film diretto da Lynn Shelton e interpretato nei ruoli principali da Kiera Knightley e Cloe Moeretz, potrebbe essere scambiato per uno di questi, perché la crisi di Megan, trent’enne in fuga da un’esistenza incerta e insoddisfacente, si riflette sul film moltiplicandosi nei punti di vista di altrettante donzelle irrequiete e insoddisfatte; al contrario “Laggies”, dopo una partenza piuttosto decisa, dettata da contorni netti e definiti, in cui la forzata ricerca del punto di rottura è necessaria a giustificare con poche battute la defezione della protagonista, perde a poco a poco la naturale baldanza, per abbracciare contorni morbidi e sfumati attraverso il personaggio di Annike, la teen agers con cui Megan fa amicizia e nella cui casa trova ospitalità, e in quello di Sam, il padre della ragazzina, oltremodo responsabilizzato dal dover supplire alla mancanza della moglie che abbandonato la famiglia.
Uno scarto drammaturgico reso possibile da una scrittura che da modo alle protagoniste di costruirsi un cotè sentimentale – rappresentato dal duplice innamoramento a cui andranno in contro Megan e Annike – solitamente assente nei film ai quali avevamo accennato, e in cui gli stereotipi, pur presenti nei passaggi in cui si dispiega la “resurrezione” di Megan, sono sviluppati con una delicatezza che consente a “Laggies” di rimanere a contatto con l’anima dei suoi personaggi. Di certo ci troviamo di fronte a un prodotto indirizzato a un pubblico prettamente femminile ma la presenza due attrici del calibro di Kiera Knightley e di Cloe Moretz, sommata alla possibilità di apprezzare, seppur in un ruolo secondario, l’interpretazione “sui generis” di Sam Rockwell, la dice lunga sul tasso di classe di un film che si rivela superiore alle aspettative.
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