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Lago Ciad / Il colera continua ad uccidere

Creato il 24 settembre 2011 da Marianna06

Il numero delle vittime nei Paesi limitrofi al lago Ciad continua ad essere, anche quest'anno, molto elevato.

Si parla di 1200 persone circa.

I Paesi coinvolti sono il Camerun, il Tchad, il Niger e la Nigeria.

Le persone contagiate in tutta l'area, secondo dati abbastanza attendibili, sono almeno 38mila.

In Camerun, ad esempio, da gennaio ad agosto  i casi che sono stati registrati sono 14,730, di cui 554 si sono tramutati in decessi, con un tasso di mortalità del 3,76%.

In Tchad, sempre nello stesso arco temporale, i casi registrati sono stati 10.314, di cui 314 fatali con un tasso di mortalità del 3,1%.

Il Niger presenta 976 casi, di cui le vittime accertate sono state 25, con un tasso di mortalità del 2,5%.

In Nigeria sono stati registrati 12.840 casi, di cui 318 mortali con un tasso di mortalità del 2,5%.

Ma anche lo scorso anno negli stessi territori l'epidemia era stata molto grave con cifre complessive di ben 58mila contagi e  di 2.300 morti .

I differenti valori numerici sopra-elencati tengono conto ovviamente del numero di abitanti in relazione alla grandezza degli Stati.

Tchad e Niger non sono certo paragonabili per estensione e numero di abitanti alla Nigeria.

E questo deve farci pensare.

Il propagarsi della malattia è dovuto essenzialmente alla carenza di adeguate infrastrutture nei diversi luoghi e cioè prioritariamente all'assenza di una rete fognaria funzionante, che  vuol dire ,in sostanza, fogne a cielo aperto in prossimità delle case abitate, dove bambini e anziani sono soliti sostare e alla carenza di acqua potabile e di  igiene in generale.

La povertà è anche questo.

Si muore per qualcosa che sarebbe legittimo avere. Specie poi se chi governa, non solo non manca di niente, ma ha più del dovuto grazie ad una sfacciata e continuativa rapacità, perpetrata ai danni della popolazione civile.

Paul Biya in testa, presidente del Camerun, che da sempre governa il  suo Paese da "padre padrone" e che si sta preparando ad essere ,ancora una volta, rieletto con l'appoggio dei suoi fedelissimi, non certo meno rapaci del "capo".

Inoltre l'assenza di personale sanitario, che possa curare tempestivamente i casi gravi e fare, quanto meno,  un po' di medicina preventiva alle donne, che sono madri e mogli oltre che padrone di casa, complica ulteriormente il quadro in tutte  codeste realtà, con le conseguenze di cui leggiamo nei numeri.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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