8 dicembre 2014 Lascia un commento
Lo Spectre Tour eredita il nome dal nuovo album uscito di recente dopo molti anni d’assenza (tolta la OST di "Iron Sky" peraltro citatissimo) non dalle scene ma dai negozi di dischi.
Ad esso e’ dedicata tutta la prima parte del concerto. Dieci minuti dieci di pausa scandita da un preciso countdown ed inizia la seconda parte con alcuni dei tanti, tanti pezzi che hanno fatto la storia della band. Ebbene che dire di una esibizione che mi ha esaltato e sorpreso quando dagli stadi alle piccole sale, qualcuno ho pur visto nella mia vita. Non e’ descrivibile la potenza scenica e sonora degli sloveni, cosi’ come e’ difficile comprendere senza vederlo, l’imperioso carisma di Milan Fras il cantante dal basso stentoreo e cadenzato come un richiamo all’ordine, interprete iconico che unisce forma e sostanza attraverso canto, mimica e immagine. Degna, degnissima controparte la regina Mina Spiler, voce potente e soave, bellissima e padrona della scena alla pari di Fras col quale si crea il perfetto amalgama bella/bestia per duetti di una nuova classicita’ sospesa su un’elettronica che abbraccia synthpop, electrodance, darkwave, rock alternativo e ovviamente porta avanti la tradizione industrial di suoni scanditi come lamiere che esplodono ed e’ esattamente questo l’effetto all’ascolto. Anni, sono anni che non vedevo nulla del genere, non sentivo quella forza che va oltre il piacere dell’ascolto e dell’evento ma e’ un plasma fluido che dal palco ti raggiunge e coinvolge sensi e pensieri, incantesimo che pochi, pochissimi live sanno evocare.
Ora che il tour in Italia e’ terminato, il minimo e’ comprare l’album che spiega tutto e contare i giorni al loro ritorno, senza dimentica di leggere attentamente testi e interviste. Servono, servono moltissimo.
Entusiasmante.