Durante un picnic in riva al lago la giovane Alice Palmer (Talia Zucker) scompare, verrà ritrovata poco tempo dopo annegata in fondo allo stesso lago. I genitori June (Rosie Traynor) e Russell (David Pledger) e il fratello Mathew (Martin Sharpe) dovranno iniziare a convivere con il dolore della loro perdita. Dopo qualche giorno alcuni fatti inquietanti inizieranno a verificarsi in casa Palmer. Strani rumori, presenze e immagini che testimoniano fenomeni e apparizioni inspiegabili. Alice è andata via completamente?
L'idea di non usare altri espedienti narrativi se non l'uso di interviste e registrazioni con i membri della famiglia e con le altre persone coinvolte nella vicenda (testimonianze di amici, poliziotti, etc...) di per sè era un buon punto di partenza. Purtroppo la realizzazione dell'opera pecca in atmosfera, l'insieme risulta davvero troppo statico, gli spaventi da salto sulla sedia sono banditi e anche l'inquietudine tout-court fatica a farsi avanti. Se fosse stato un episodio tratto da una storia vera avremmo potuto anche cacarci addosso, per un mockumentary però è davvero troppo poco.
E' emblematico come le svolte narrative, i colpi ben assestati che sono un paio e non di più, esulino dal lato spiritico e provengano invece dall'aspetto familiare/caratteriale dei protagonisti. Nella parte finale del film, con i protagonisti in cerca di risposte, si tenta di raddrizzare il tiro ma ormai è troppo tardi e comunque troppo poco.
Anche la scelta delle immagini non aiuta la buona riuscita di tutta l'operazione, troppo confuse e poco incisive le testimonianze delle camere fisse, tardive quelle provenineti dal telefonino (senza star lì a svelare nulla).
Potenzialmente interessante, Lake Mungo coinvolge davvero troppo poco e per un horror, anche se più psicologico che altro, è un delitto quasi imperdonabile. Consiglierei il tentativo di visione solo ai super appassionati del genere, per tutti gli altri, tutte le sere, c'è sempre Peppa Pig.