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Lame Rosse in autostop

Creato il 09 giugno 2015 da Vlao

Lo so, è un po’ che non scrivo più… sarà il caldo… sarà che Leorol e Lorybeth sono in vacanza e tocca a me occuparmi del sostentamento mio e di quello di Birba… sarà che ogni tanto devo occuparmi del giardinaccio… fatto stà… che è da metà Maggio che non produco scritti.

Ne avrei tante da raccontare… devo dirvi dei sette nani… devo raccontarvi di nuove tecnologie… ma per adesso accontentatevi dell’ultima sgambata prima della stagione estiva.

Tutto è partito grazie alla intraprendenza del Cometa che, posata sul tavolo la sua super cartina dei Sibillini, ha cominciato ad illustrare il suo ambizioso itinerario.

L’obiettivo principale erano le Lame Rosse, una particolare stratificazione di roccia che si raggiunge con un semplice sentiero che parte dalla diga di Fiastra e in una cinquantina di minuti raggiunge la meta. Un percorso troppo semplice… roba da T… che per questo si è voluto allungare aggiungendo una tappa alla Gola del Fiastrone e alla Grotta dei Frati

E’ così che Cometa, Bratz, Vlao e Martimarti si sono ritrovati al cimitero di Monastero attrezzati di tutto punto per affrontare il trekking trasformato da T in EE grazie alla variazione di percorso. Una variante non da poco, che ha allungato il chilometraggio ed ha costretto il gruppo speleologico ad affidarsi al fato… ovvero sperare in un autostop al ritorno per non rifarsi tutta la strada a ritroso…

Si parte subito con lo specchietto per le allodole, vale a dire la discesa che porta al torrente formato dalle acque di scolo della diga di Fiastra. Vista l’impossibilità di proseguire lungo la gola, con qualche difficoltà, si decide di passare all’altra sponda da dove inizia il vero e proprio sentiero… l’E2… una costante salita, mitigata da tratti all’ombra del bosco, fino a raggiungere la Grotta dei Frati, luogo ideale per consumare il lauto pranzo al sacco preparato dall’organizzazione.

Lame Rosse in autostop

Lame Rosse – I pinnacoli

La ripartenza postprandiale non è però delle più agevoli… alla digestione si somma lo stradello che si impenna inesorabilmente verso vette inimmaginabili. Martimarti si mette a tirare il gruppo che comincia a sudare copiosamente, purtroppo la cartina bidimensionale del Cometa non mette bene in evidenza le pendenze e questo strappetto coglie un po’ di sorpresa i membri della spedizione che comunque stringono i denti e scollinano nel primo pomeriggio.

La discesa viene benedetta e il sentiero che porta fino alle Lame Rosse scorre rapidamente. Giunti alla meta sembra di essere in una sorta di Cappadocia dei poveri, visitiamo i pinnacoli passeggiandoci sotto, avvistando figure a forma di gallo, di cammello o di giraffa, trasfigurazioni agevolate dal sole cocente che picchia sulle capocce.

Il paesaggio è bello e tutta la fatica passata è ben ricompensata dalla vista. Dopo una breve sosta rifocillante, l’ultimo tratto di sentiero ci porta alla diga che, dopo un’oretta, attraversiamo ammirando a destra il lago e a sinistra il ruscello che scorre tra le Gole del Fiastrone.

A questo punto le cose sono due: o si torna indietro per la strada normale… o si spera nel buon cuore di qualcuno di passaggio che si presti ad accompagnare quattro pellegrini al cimitero… ossia alla macchina…

Visto che le due opzioni non sono alternative… ci si avvia per il lungo percorso. Vedendo quattro sbandati in cammino… chiaramente nessuno si ferma… con le scorte di acqua esaurite da tempo e la consapevolezza delle decine di tornanti da fare si prosegue il percorso… ci si distanzia lungo il tragitto e dopo qualche chilometro un automobilista abbocca… vedendo solo il Cometa e Bratz persi tra le curve ha un po’ di compassione, si ferma, li interroga, li carica e li porta al parcheggio dopo aver loro fatto una bella ramanzina…

Il fato è stato amico questa volta, Vlao è Martimarti si accasciano a bordo strada e all’ombra attendono con fiducia il Cometa che con un poderoso 1.9 JTD li condurrà in riva al Lago di Fiastra a godersi una strameritata Corona ghiacciata. Aahhhh… ci voleva proprio!


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