Un mese fa, sul (poco-meno-di-un)blog di Omar di Monopoli (in arte Sartoris), è apparso un contributo di Fabio Lotti sulle lamentationes [cit]di chi scrive e non viene adeguatamente premiato da lettori/pubblico/riconoscimenti (ho semplificato).
Io ho promesso di commentare (un mese fa) e poi non mi sono più fatta viva.
Fabio Lotti, in un commento, sottolinea che si promette spesso di commentare, parlare, argomentare, e poi ci si dimentica del tutto di farlo. Perciò, prima di tutto, la giustificazione dell’assenza:
la giustificazione
poi, il motivo dell’intervento (che è talmente lungo da dover essere fatto qui e non sul blog di Omar di Monopoli e nemmeno su quello di Fabio Lotti).
Fabio, dunque, scrive:
“Qui si parla di lamenti che sono ormai all’ordine del giorno. Nel campo giallistico, voglio dire (ma non solo). Ci si lamenta, per esempio, dei mallopponi scandinavi o di quelli cinesi che tolgono il posto di lavoro a qualche facitor di parole nostrano.”
E ancora:
“Ci si lamenta di scrittori o pseudoscrittori che vengono dalle comiche televisive o dai festini bungaleschi”
E ancora:
“Ci si lamenta dei premi, ormai dappertutto. Anvedi quello che non sa nemmeno tenere la penna in mano ed è riuscito a vincere… ma guarda quella imbrattacarte… quando si dice i santi in paradiso… mentre io… insomma non c’è più religione.”
Ok.
Mi fermo qui.
Perché quando quel giorno promisi di intervenire, avevo in mente un gruppo di autori che stavano partecipando a un concorso. Il che mi porta a un ragionamento che si allontana da quello che ha segnalato Fabio Lotti, ma non troppo.
Allora, quando è apparso l’articolo, io stessa stavo partecipando a un concorso, quello di cui ho già parlato, il BigJump di Rizzoli e Amazon.
Nella prima fase, quella social, chiunque poteva leggere un estratto dei libri in concorso e poi votarli o condividerli su Facebook o altro . Un sofisticatissimo (
I generi erano tre, quindi tre romanzi vincitori.
Io ho letto per un po’ i romanzi del genere storico, ne ho trovato uno scritto molto bene, di buon impatto narrativo, con molta capacità di coinvolgimento immediato del lettore e mi son detta: “Bon, se vince qualcuno, vince questo”.
Faccio notare al buon signor Lotti che non mi sono lamentata, ho solo preso atto
Poi sono andata un po’ in giro per il sito. Ho scoperto che il primo in classifica del genere storico non era quello scritto bene, ma un altro che aveva pubblicato una sinossi descrittiva del suo romanzo, del tipo:
“…il libro si divide in due romanzi brevi. il primo si sviluppa in tutto il secolo scorso, intorno ai protagonisti c’è la storia. gli attori non protagonisti sono i grandi leader mondiali…[omissis]
se nel primo racconto vi chiederò un’attenzione intensa questo invece si presenta come il classico libro da leggere in metrò. mi piace immaginarvi sorridere mentre gli sguardi dei passeggeri costretti a stare in piedi vi invidieranno per quella risata spontanea che nascerà tra le pagine. questo è il mio obiettivo fatemi sapere se sono riuscito nel mio intento. tra una risata e l’altra parlo di un lungo viaggio attraverso l’europa centro orientale. un viaggio nel quale strani personaggi si inseguono per mettere le mani su una vecchia scoperta sovietica. una scoperta fatta da due medici soldati che vivono decenni dimenticati dal mondo, fino a quando la verità riappare.”
Ora, a parte i lfatto che io adddoooro quelli che ti dicono papale papale che il loro è un libro divertentissimo, non pensate che improvvisamente mi sia dimenticata le maiuscole. Il libro è scritto così.
Evabbè. Scelta stilistica. Come il resto, immagino.
Così son passata al secondo in classifica. Stavolta c’era un estratto. Inserisco le frasi che mi hanno più colpito:
“La Terra di Khem ti accoglie oh Imhotep. In questo sacro giorno, qui, sotto il tempio di Sokar, nella grande sala di Men-Nefer, tu diventerai Sacerdote di Thoth. Io, Amreck, quale Sommo Sacerdote di Yahben presiederò tra breve alla tua designazione. [omissis] Di cristallo è ora il tuo spirito e la tua energia ha solide basi, sebbene in te risieda ancora un fievole, seppur lucido, caos strisciante. Oh no. Non spetta a me risvegliarti in questo ma ti esorto a vigilare costantemente. Persegui sempre l’unità ed indica la strada ad ogni disperso o risvegliato. Cerca i fedeli e riforma questa casta tremolante. Tu sei ciò che loro non si aspettano. Sì figlio. Il prescelto giungerà, anche contro la loro volontà. Tieni sempre a mente che nessun gruppo mai dovrà prevalere sull’altro. Ognuno detiene infatti una qualità specifica e questa serve al tutto, come ogni tassello occorre agli altri dodici, per richiamare il Bennu sopra il BenBen.”
Stavolta non sono responsabile delle virgole.
Quando un commentatore ha fatto notare che sembrava uno sketch di Aldo, Giovani e Giacomo, l’autore risponde: “è un romanzo basato sull’intero il romanzo preso trasversalmente. È molto bella l’analogia. Seguendo il romanzo infatti si mischia umorismo alla tragedia”.
Ben, ben, vorrei far notare che, anche qui, l’autore non si lamenta delle critiche
Magari sono io che mi lamenterei dell’autore, ma poi scopro, sempre da un commento, che questo romanzo “è molto avvincente e coinvolge il lettore proprio dentro la storia”. Questo mi rassicura, perché io temo sempre di farmi coinvolgere fuori dalla storia e invece qui, no.
E comunque: “questo libro si vede che è stato scritto con il cuore, un vero capolavoro che lo consiglierei a tutti gli amanti della lettura e pure a tutti gli atri da usare pure come libro di testo di letteratura nelle università”.
Oh, amen. Qui non aggiungo altro.
Ma se volete passare cinque minuti piacevoli e divertenti, leggete anche i commenti.
Mi piacerebbe continuare con gli esempi (anche il terzo in classifica non è male), ma passerei a quando la curiosità mi ha portato a dare un’occhiata anche al genere “rosa”. E qui sono arrivata a essere minacciata di morte (giuro). Voglio dire: la frignata di Perissinotto a Torino mi fa un baffo…)
(continua… Piaciuto il cliffhanger?)