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Il teschio: per alcuni è una cosa personale
e invece è solo Tupperware per il cervello.
Ormai sono ostaggio di ubriaconi notturni
che mi calciano come un pallone gridando
e dai, merdaccia, passamela alta
o di cani randagi che raspano nel catino
del mio cranio cercando resti di kebab.
Una volta uno smunto ragazzino goth
mi si è messo accanto, e l'amico dallo sguardo
spento ci ha presi in foto col cellulare.
Un pasto decente gli avrebbe fatto bene,
in quanto a me, ero un mangiatore emotivo.
Merluzzo e pesce fritto, il sapore acre dell'aceto;
il lardo decente che ronzava nelle arterie,
m'innalzavano verso luoghi più belli di
quest'eternità senza purè di piselli.