Le unghie sono un vago ricordo, ma la cosa non mi sconvolge.
Il rame è diventato un compagno di viaggio, compagno fedele e quotidianamente presente.
Le unghie sono un vago ricordo, ma la cosa non mi sconvolge.
Ho osservato su Internet, nei blogs, su facebook un proliferare di gioielli creati con la lamina di rame e ho deciso di provarci anch'io.
Ho fatto acquisti su Etsy ed ho atteso pazientemente l'arrivo delle mie lamine.
Ma 3 settimane sono tante, troppe per chi, come me, ha fretta di provare e sperimentare.
Allora ho sguinzagliato mio marito, che da un lattoniere ha acquistato lamine e forbici da lattoniere, appunto.
Dunque, partiamo dal presupposto che le forbici sono mostruosamente grandi e mostruosamente pesanti e che maneggiarle è un'impresa titanica. Aggiungiamoci che gli spessori che ha trovato sono poco lavorabili.
Ma terminiamo dicendo che è stato troppo bello sperimentare, martellare, tagliare, piegare, modellare.
Gli orecchini che vedete sono nati in quei giorni; ma ho creato anche collane, più o meno grandi, più o meno lavorate.
Mi entusiasma anche la fase dell'ossidazione.
Utilizzo principalmente il fuoco, il fornello di casa (il cannello ha terminato il gas e comunque trovo molto più comodo farlo in cucina, mentre sto preparando la cena).
Lascio il pezzo a lungo sul fuoco, quasi a farlo diventare nero.
Poi mi diverto a buttarlo sotto l'acqua corrente fredda: l'ossidazione scivola via in maniera disordinata e ogni volta si ottengono sfumature diverse ed imprevedibili.
L'ultima fase è quella del Dremel: col trapano freso, buco, lucido.
POST SCRIPTUM:
prima di salutarvi voglio segnalarvi un articolo che parla di me e della mia passione.
E' stato pubblicato su Likepicasso, il magazine di Blomming.
E se volete inorridire, tra le foto c'è anche quella del mio angolo di lavoro.
L'articolo si intitola ChezBobo C'est la folie e lo trovate qui.