Scrivevo poesie da bambina e da ragazza. Un vezzo, senza pretese, senza ambizioni.
Poi il silenzio. Da anni trovavo soltanto parole filtrate dalla ragione.
Questa sera, turbata e commossa dalle immagini viste in Tv, i versi hanno scavalcato lo steccato del cuore. E li ho scritti.
Li metto qui, tra queste pagine, per ricordarmi che sono nata nel lato più fortunato del mondo.
Lampedusa
Come vetro in frantumi
stanno
sulla terra bagnata
i poveri corpi
intrisi di sventura
e acqua amara
che sa di sale.
Bruciano i polmoni senz’aria
e le promesse mancate;
affondano i sogni
tra le onde scure
di un mare amico
vestito a lutto.
L’implorazione si fa bisbiglio,
si fa silenzio.
Tace la spiaggia,
incredula,
avvilita,
zuppa di dolore.
La battaglia è persa
finito è il viaggio.
Che la pietà cominci.
In memoria degli oltre trecento somali ed eritrei annegati il 3 ottobre 2013 inseguendo il sogno di una vita degna.
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(immagine di copertina tratta da giornalettismo.com)