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Mi sono posto la regola che ogni post sul blog abbia un'immagine, spesso anche un filmato. Oggi il post sarà di solo testo e breve e non perchè manchino in rete immagini e filmati ma perchè mancano le parole per descrivere la nuova tragedia di Lampedusa e ogni immagine sarebbe un torto al dramma globale che viene consumato. L'intollerabile senso di impotenza di fronte a quei morti trova le risposte nelle lacrime incontenibili di una soccorritrice o in quelle del pescatore che mentre ne riusciva a trarre a bordo alcuni altri li vedeva affondare inesorabilmente, assunto a quel ruolo non voluto di Dio che dispensa non si sa con quale logica lutti e felicità, speranza e disperazione. Se intollerabile è la lista di morti conosciuta e quella ignorata nel mare mediterraneo, culla e cimitero della civiltà, è oltremodo intollerabile l'assenza della comunità internazionale a far fronte a quello che è un genocidio per la speranza. Una decima alla richiesta di condizioni di vita "umane" che abbiano i presupposti per traguardare un futuro.
Se la parola d'ordine è solidarietà, con la stessa determinazione che avremmo se in quei barconi ci fossero i nostri figli, è giusto esigere da tutti i paesi a nord del mediterraneo uno scatto di civiltà che è risultato assente di fronte a tutte le ultime tragedie. Loris
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