In Europa siamo al primo posto per il numero di cittadini analfabeti. L’Italia ha il 2,9 di analfabeti nella popolazione, Inghilterra e Giappone hanno un timido 0,2 e, tenendo in considerazione che il Giappone ha più di 127 milioni di abitanti, il dato è ancora più drammatico.
Non ho mai capito se per analfabetismo si intenda solo chi non sappia nè leggere nè scrivere o si parla di un analfabetismo più evoluto, dei giorni nostri. I dati restano allarmanti in ogni caso perchè se consideriamo l'informazione forviante che abbiamo in Italia avere un popolo ignorante per chi sta al potere è manna dal cielo... e non è manna che cade casualmente ma cercata con lungo lavoro di distruzione della società italiana.
In questo post il mio intento è quello di focalizzare l'attenzione di voi gentili lettori e lettrici sugli analfabeti diplomati, laureati o che come me hanno per lo meno terminalto le scuole dell'obbligo. Probabilmente anche io, che la scuola la vivevo come un parco giochi e non come un posto dove apprendere e istruirsi, commetto parecchi errori grammaticali ma se voi entrate in un qualsiasi blog o bacheca di Facebook o spazio web di ragazzi che sono alle superiori trovate un'infinità di errori e spesso un'intricata esposizione di un testo ci induce a non capire nulla di quel che una persona scrive. Non parliamo dei tvb, nn, xchè, cmq, prox, ecc. che allontanano da un sano uso della lingua italiana trasportando termini da sms per cellulare nella normalità della lingua scritta quotidiana.
L'essere umano si abitua a tutto, non so se vi è mai capitato di vedere per diversi giorni film che parlano di un argomento in particolare che vi piace e poi vi sembra che il mondo reale sia veramente quello. Faccio un esempio: io adoro i film di zombie e quando in una settimana ne vidi cinque o sei di fila girando per casa e per strada avevo la sensazione che in un qualunque momento da un angolo potesse saltare fuori uno zombie. Ecco io credo che succeda questo. Io stesso a volte mi sorprendo a non saper quasi più scrivere a mano in corsivo perchè uso sempre la tastiera e il poco che scrivo al lavoro lo scrivo in stampatello essendo più leggibile a tutti.
Dai 16 ai 18 anni e mezzo ero leghista, andavo a tutti i comizi e ho ancora un autografo di Bossi. Mi piaceva della Lega il concetto di federalismo di allora (ben diverso da quello di oggi), la Lega voleva un federalismo stile Stati Uniti d'America. Volevano dividere l'Italia in tre regioni: la Padania quella del Nord, l'Etruria era quella del Centro e non ricordo il nome ma ce ne era una anche per il Sud Italia. Mi sembrava una cosa interessante data la divisione netta culturale e di prodotto che avevamo ed abbiamo in Italia. Mio padre un giorno mi fece riflettere sul fatto che se domani l'Italia fosse stata divisa il Nord sarebbe sopravvissuto alla grande e avrebbe continuato il suo sviluppo, il Centro arrancando ma sarebbe andato avanti, il Sud sarebbe morto portando molti problemi a sè stesso e all'Italia perchè la divisione delle tre macroregioni non sarebbe stata una divisione netta ma comunque l'Italia sarebbe rimasta giustamente una nazione unita. Aveva ragione ritenni e abbandonai la Lega e i suoi concetti federali secessionisti.
Imparai una cosa: bisogna sempre preparare il terreno a un cambiamento perchè se lo fai dall'oggi al domani potrebbe essere fatto in buona fede ma devastare di più il territorio nazionale.
Perchè racconto questa cosa apparentemente slegata dal discorso istruzione e analfabetismo. Lo racconto perchè io credo che prima di fare riforme sulla scuola bisognerebbe rifondarne le basi e renderla solida. Se in quel concetto di federalismo il Sud fosse stato aiutato a crescere, si fossero eliminate le mafie, si fosse investito in agricoltura e turismo, si fosse creata una mentalità meridionale più al passo coi tempi consapevole dei suoi diritti e doveri allora la regione del Sud poteva trascinare l'Italia e arricchirla assieme a Nord e Centro. In quel caso avrei continuato a seguire l'idea interessante leghista. Invece si voleva lasciare il Sud con tutti i suoi limiti e problemi lasciati incancrenire da uno Stato che non lo ha mai tutelato e assistito (di proprsito a mio parere).
Allo stesso modo oggi il problema non è tanto che si tagli o si finanzi la scuola secondo me, è che sono caduti i concetti principali della funzione della scuola. Secondo me la scuola fino diciamo metà delle superiori il vero compito che aveva non era tanto di insegnare chissà cosa a parte un pò di cultura generale, ma di formare gli uomini e le donne di domani interiormente. Vi sembra che oggi formi persone dalla mancanza di educazione e rispetto che vediamo in molti giovani per le strade? Non fa più nè minima istruzione nè formazione morale. A casa i giovani trovano molto spesso genitori scoraggiati con concetti malati di egoismo per ciò che hanno vissuto e spesso genitori stanchi perchè entrambi occupati lavorativamente tutto il giorno e a scuola non hanno più alcuna guida. Colpa degli insegnanti? A volte può darsi come a volte è senz'altro anche colpa dei giovani ma io ritengo che più spesso sia colpa delle istituzioni che invece di tutelare gli insegnanti permottono leggi in cui se solo strattoni per la giacchetta un ragazzo che fa casino in classe ti becchi una denuncia penale. Come educhi dei ragazzi se non dai a chi deve educarli gli strumenti per farlo? E' successo che dei genitori hanno pestato insegnanti e presidi perchè hanno espulso i figli.
I genitori non aiutano spesso e lo Stato è assente.
La nostra società italiana è malata alla base, inutile attaccarci su questo e quello. Berlusconi o no, Gelmini o no la scuola è in declino da molti anni e la lunga agonia, se non si trova la cura, porta sempre inevitabilmente alla morte.