Probabilmente é una notizia che non importerà a nessuno, e di sicuro non porterà miglioramenti nel nostro paese, peró, proprio per il fatto che le cose non vanno bene, quando qualcosa di positivo avviene in Italia, quando le viene riconosciuta una qualità a livello mondiale, penso che valga la pena condividerla con altri e esserne fieri.
Con Langhe-Roero e Monferrato sono saliti a 50 i siti italiani che fanno parte della World Heritage List dell’Unesco, il patrimonio artistico e ambientale dell’umanità. È un altro prestigioso riconoscimento per l’Italia che ha il maggior numero di siti al mondo nell'elenco (più altri cinque della lista del Patrimonio culturale immateriale). Quella di sito patrimonio dell'umanità è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del patrimonio dell'umanità, o nella sua accezione inglese World Heritage List, della Convenzione sul patrimonio dell'umanità.
La Convenzione sul patrimonio dell'umanità ha lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. L'Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità (50 siti), seguita dalla Cina (45 siti) e dalla Spagna (44 siti).
L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) si pone l’obiettivo di contribuire alla pace e la sicurezza dei popoli, promuovendo la collaborazione tra i Paesi del mondo attraverso i canali dell'educazione, della scienza e della cultura. Uno dei compiti dell’UNESCO è quello di incoraggiare l’identificazione, la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale: esso rappresenta la storia e l’identità di ciascun popolo e costituisce l’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future.
Per essere inserito all'interno della Lista, un sito deve dimostrare di possedere un “eccezionale valore universale”, ovvero esprimere un significato culturale e/o naturale talmente rilevante da superare i confini nazionali e da essere di comune importanza per le generazioni presenti e future. I siti scelti per costituire il Patrimonio Mondiale sono selezionati infatti per le loro specifiche caratteristiche, che li rendono il miglior esempio possibile del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. Entrare a far parte della Lista costituisce un riconoscimento a livello globale dello straordinario valore culturale del luogo candidato che deve essere conservato e trasmesso alle generazioni future. E cosí é stato per le Langhe e Monferrato.
Gli affascinanti paesaggi di Langhe-Roero e Monferrato, in Piemonte, sono diventati a tutti gli effetti patrimonio mondiale dell’umanità. Oggi, 22 giugno 2014, dal comitato dell’Unesco, riunito a Doha, nel Qatar per la 38esima sessione annuale del Comitato mondiale Unesco, ha dato il sì definitivo alla candidatura, facendo arrivare il nostro Paese a ben 50 siti riusciti a ottenere questo importante riconoscimento dal 1979 ad oggi.
A finire oggi nella World Heritage List dell’Unesco (QUI l’elenco completo) sono 29 comuni in sei diverse aree nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo per una superficie complessiva di 10.789 ettari. Lo scorso anno, lo ricordiamo, a diventare patrimoni dell’umanità erano stati l’Etna e le Ville Medicee in Toscana.
I motivi di questa decisione sono presto detti. Ecco cosa scrive l’Unesco nel comunicato che annuncia la promozione di quest’area del Piemone:
I paesaggi culturali vitivinicoli del Piemonte di Langhe-Roero e Monferrato sono una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino. […] I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono un esempio eccezionale di interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale: grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l'archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica.
E’ di massima soddisfazione il commento del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino:
Il territorio ha saputo costruire e mantenere nel tempo un paesaggio culturale, legato al mondo del vino, eccezionale e unico nel suo valore ed espressione della altissima qualità della produzione vitivinicola della nostra regione. La proclamazione di oggi rappresenta un tassello fondamentale della strategia turistica complessiva dalle amministrazioni che si sono succedute alla guida della Regione Piemonte: ritengo che sia un punto di partenza e non di arrivo, perché è da questo momento in avanti che bisognerà lavorare per sfruttare al meglio, con progetti e idee innovative, il ritorno di questo riconoscimento.
Anche il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha speso qualche parola su questo importante riconoscimento:
I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono un esempio eccezionale di un paesaggio culturale inteso come prodotto della secolare interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica di produzione vinicola di eccellenza mondiale. Questo riconoscimento è motivo di speciale orgoglio per il Mibact, data l'estrema selettività con cui da qualche anno l'Unesco valuta le proposte per nuovi siti.
Importanti anche le parole di Maurizio Martina, attuale ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali:
È un riconoscimento fondamentale per affermare il valore culturale della nostra agricoltura. È la prima volta, infatti, che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese. Al tempo stesso l’Unesco ha riconosciuto l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio.