Una domenica estiva di quelle calde e noiose è la giornata ideale per fare un salto alla Reggia di Venaria e godersi lo spettacolo di una delle mostre che accoglie in questo periodo (fino al 7 novembre).
Le macchine della Meraviglia è una affascinante e storicamente importante esposizione dedicata alle lanterne magiche, a qualche camera oscura e al film dipinto.
Il materiale raccolto è di un valore inestimabile per gli amanti del cinema (e del precinema), e del resto arriva dalle due più importanti collezioni al mondo.
Quello che non è del Museo Nazionale del Cinema di Torino è della Cinematheque Francais, e proprio a Parigi la mostra ha fatto la sua prima tappa.
Lanterne magiche e vetrini basterebbero per conquistare gli appassionati ma non c’è dubbio che l’allestimento è in grado di conquistare chiunque (figlia duenne compresa).
Quindici sale divise per temi e per storia.
Si va dagli argomenti dei vetrini, all’utilizzo dello strumento, per arrivare agli omaggi degli artisti contemporanei.
Magico perdersi nelle proiezioni di vita quotidiana del ’700 o negli studi scientifici o ancora godersi i panorami e i vetrini dedicati al viaggio.
E naturalmente la schiera dei fantasmi, degli scheletri, dei diavoli e delle fantasmagorie in genere.
Così come non manca la stanzetta riservata dove sono raccolte alcune degli originali vetrini a tema erotico o decisamente pornografico.
Tutto regolarmente e spettacolarmente mostrato in varie forme di proiezione, su muro, su vetro, su fumo, ma mai semplicemente esposto in teche sterili (un modo di allestire usuale da dieci anni per chi conosce il Museo del Cinema torinese).
E affascinanti sono anche le istallazioni moderne, da quelle ovviamente coloratissime di Ugo Nespolo allo splendido e coinvolgente tunnel di fumo (You and I, horizontal) di Anthony McCall.
E a fine percorso splendida l’idea di poter utilizzare direttamente (il che vuol dire “metterci sopra le mani“) una lanterna magica con tanto di vetrini.
Mostra assolutamente da non perdere non solo nel caso passaste da Torino, ma proprio come motivo scatenante per fare un salto sotto la Mole.
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