Chi l'avrebbe mai detto che lavorare l'ottone mi avrebbe presa tanto?
Avevo problemi con questo materiale, innanzi tutto il suo colore come ho già detto più volte. Sfacciato e troppo forte per i miei gusti. Un aspetto non secondario che mi impediva di usarlo era il fatto che, ancora peggio del rame e dell'argento, l'ottone si sporchi alla velocità della luce. Basta lasciarlo per un po' all'aria e si riempie di macchie che però, a differenza dell'argento e del rame sono più difficili da togliere. E poi mi interessava anche riuscire a dare alla superficie un aspetto più congeniale ai miei gusti, più "vissuto", più materico.
Come sempre mi dico, non bisogna avere fretta. Anche fretta di usare un materiale che abbiamo a portata di mano. Io almeno lavoro così. Mi capita di fare delle cose che non sento "giuste" fino in fondo, e allora le lascio decantare. Non vi nascondo quanto sia frustrante a volte avere delle belle forme per le mani e non sentirle bene, non riuscire a finire un oggetto che sia come lo vuoi. E così per i materiali.
Poi un giorno l'idea giusta, quella che appare giusta, si fa strada. E arriva anche la tecnica giusta, quella che riesce a valorizzare un semplice pezzetto di lamina, e a proteggerlo. A quel punto il colore è a posto, più lieve e delicato. La texture è a posto, proprio quella giusta per dare interesse. E basta solo una perlina blu piena di pagliuzze dorate a rendere perfetto un paio di orecchini. Il lapislazzuli si abbina in modo straordinario all'ottone, è una pietra che ho usato poco ma che credo vedrete molto più spesso nei miei oggetti.
Questi sono stati i primi orecchini che ho realizzato con l'ottone. Un nuovo materiale ti apre nuove possibilità, riuscire a farne qualcosa di tuo è una bellissima sensazione.