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Lara II

Da Bruno Corino @CorinoBruno

Lara II
Allora Lara, come stai? Cadenze, movenze dei tuoi tacchi a spillo? È da un pezzo che non ci vediamo… e la tua indagine? A che punto sei? Arrabbiata? Beh, sì, certo; per il tuo amico il caso è chiuso. L’avevi pensato d’altronde: trovato il coltello… E per il tuo amico poliziotto non è stato difficile incriminare quel balordo… Le cose sono andate come lui aveva pensato; ha avuto anche una confessione limpida. E allora? Cosa c’è che non ti convince in questa storia? La tua presunzione? Forse. Hai scavato nel profilo del “balordo”, ma non corrisponde a quello dell’assassino. Che assurdità ti vai inventando! Chi ha ucciso non ha ucciso con rabbia o d’impulso, ha ucciso con metodicità, ha infilato lentamente il coltello nel fianco dell’uomo, quasi che agisse senza fretta, con pazienza, come se stesse lì a calcolare i secondi che la lama avrebbe impiegato per penetrare nel corpo. Il tuo assassino è un tipo metodico, sistematico, uno a cui piacciono le sfide. Il “balordo”, invece, è un impulsivo, se lo avesse colpito lui avrebbe sferrato cinque o sei colpi, ma con forza, con rabbia, con accanimento, ciecamente, e poi il vero assassino ama avere il controllo della situazione, mentre costui è un disordinato. La stretta di mano. Hai avvertito quella sensazione di un essere invertebrato. Un essere che reagisce quando viene provocato, come hai fatto tu quando gli hai detto di essere un “fottuto perdente”: hai osservato la sua reazione, se in quel momento avesse potuto t’avrebbe strozzata con le sue mani, d’impulso, come tu avevi previsto. Hai osservato con attenzione come il sangue gli affluiva alla testa, lo osservavi con la stessa attenzione con cui Pavlov osservava i suoi cani affamati allo squillo del campanellino. Ti sei preso anche qualche “Troia, puttana”, ma a quello eri preparata. Già, gli uomini non sanno dire altro quando si sentono sconfitti da una donna. Invece, tu sei convinta che il vero assassino sia un suo rivale, magari uno o una del suo stesso ambiente. Ma un avvocato ha tanti nemici, tra i suoi clienti, o tra una vittima dei tanti clienti che ha difeso. E non potrebbe essere una donna? Un’amante? Qualcuno o qualcuna che l’abbia attirato in una trappola per farlo fuori in quella strada? E perché quel balordo ha confessato? Cosa ci guadagna? Già, cosa ci guadagna? Gli “invertebrati” agiscono soltanto sotto la forza della minaccia. Quando la minaccia è reale, incute davvero timore allora ha un’efficacia straordinaria su questi tipi. Partiamo dunque da qui: di cosa ha paura quest’uomo che lo spinge a confessare un delitto non suo?


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