![Largemouths Largemouths](http://m2.paperblog.com/i/314/3147026/largemouths-L-r1Sojh.png)
Tutte queste figure popolano tavole quasi escheriane dove la natura non fa solo da sfondo ma partorisce se stessa, modellando creature antropomorfe o, al contrario, dalla fisionomia aliena: i rami degli alberi sembrano dita nodose, le radici si protendono come in cerca di qualcosa, volti e corpi emergono dai tronchi degli alberi e dai cappelli e dagli steli dei funghi, rocce sembrano prendere vita, la spuma del mare modella le sagome di cavalli selvaggi, perfino le nuvole sembrano trasformarsi in volti che scrutano la terra sotto di loro, famelici o semplicemente curiosi. Non ci sono però le rigorose geometrie né, ovviamente, le distorsioni spaziali e le chiusure speculari tipiche dell'artista olandese, l'autore accenna e smentisce subito ogni proposito di ciclicità, si diverte anzi proprio ad abbandonare la maggior parte dei personaggi a se stessi, passando ad altro senza troppi rimpianti. Questa totale libertà, che è anche un'estrema fluidità del tratto, suggerisce un mondo in perenne mutazione, alla cui evoluzione non assistiamo perché la narrazione continua a trasportarci altrove.
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