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La trama (con parole mie): vita, "genio" e sregolatezze di Larry Flynt, pioniere del porno e della libertà di stampa che a partire dalla fine degli anni settanta si fece carico di una vera e propria battaglia contro i pregiudizi e le azioni di forza nate per chiudere la bocca a chiunque potesse, negli States, mettere in imbarazzo i valori inviolabili della Famiglia, dello Stato e di Dio.Un personaggio scomodo e controverso, clamorosamente basso ed idealmente altissimo, che attraverso le sue pubblicazioni - Hustler prima di ogni altra -, le dichiarazioni ed una partecipazione assolutamente fisica alla lotta è ancora oggi uno degli esempi più importanti per chiunque voglia intraprendere una carriera editoriale e non solo, che si tratti di Usa oppure no.
Personalmente, ho sempre trovato Milos Forman un regista di quelli da ringraziare che continuino ad esistere: pellicole come Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus o Man on the moon sono i simboli più noti di una carriera incredibile soltanto negli ultimi anni viziata, forse, da una certa noia - si veda il certo non riuscito L'ultimo inquisitore -.Larry Flynt rappresenta - oltre che un grande ritorno dell'autore originario della Repubblica Ceca sul grande schermo dopo una pausa che durava dal 1989 - un viaggio in quella che fu la specialità del regista dai tempi dell'incredibile lavoro svolto su Mozart, ovvero un biopic atipico, in grado di mostrare luci ed ombre dei suoi protagonisti, personaggi spesso combattuti e scomodi per l'epoca in cui vissero: l'ispiratore di questo film, nonchè fondatore della rivista Hustler, rientra perfettamente nella categoria, e paga nella sua rappresentazione soltanto la lunga inattività di Forman, che - forse per non rischiare troppo, data la materia non facile - ai tempi evitò di esagerare concentrando il successo del lavoro finito principalmente sulla splendida interpretazione di Woody Harrelson - un pò quello che farà Van Sant con Sean Penn per Milk -, limitando quello che indubbiamente resta il suo talento e fornendo una prova generale dell'ancora più efficace e successivo Man on the moon.La cosa davvero fondamentale di una pellicola come questa resta, comunque e a prescindere dalla settima arte, l'importanza data dalla battaglia che intraprese - a fasi alterne nella sua certo non regolata esistenza - Larry Flynt, un vero e proprio pioniere della libertà di stampa e di idee, un paladino grazie al quale oggi - non solo a lui, sia chiaro - possiamo pensare di poter continuare a scrivere sui nostri blog esponendo quelle che possono essere idee condivisibili oppure no, che si parli di Cinema, attualità, politica, di quello che accade nel grande mondo o nel piccolo della nostra quotidianità.Il coraggio mostrato da Forman - e da Harrelson - nel portare sullo schermo un personaggio tanto importante quanto clamorosamente e potenzialmente sgradevole, un antieroe nel senso effettivo del termine, sono un esempio di quanto fondamentali siano state le lotte del protagonista delle stesse, raccontate con un piglio classico - quasi inusuale per il regista - nel corso di una pellicola in grado di avvincere e tenere inchiodati alla poltrona anche i più accesi detrattori delle opere di Flynt, probabilmente mossi anch'essi dall'istinto che guida ogni essere umano, sia esso celato oppure no: il sesso - cardine della carriera e della vita del vecchio Larry - è e resta uno dei principali motori delle nostre esistenze, sia esso mosso dai sentimenti o dall'animalità che indubbiamente ci portiamo dentro, ed il suo sdoganamento - avvenuto nonostante l'opposizione del Potere, della Chiesa, di un attentato che gli costò le gambe, la dipendenza da farmaci e la breve parentesi come cristiano redento - tramite la figura di questo magnate dell'industria del porno ma soprattutto della carta stampata rappresenta uno dei più clamorosi successi dell'uomo della strada nella sua lotta per il diritto di parola, espressione ed esercizio di una mente libera della storia non solo degli Usa, ma dell'Occidente del dopoguerra.Certo, questo tipo di imprese e la loro importanza finiscono, almeno in parte, per soffocare la resa della pellicola, a tratti schiacciata dal peso della materia trattata, eppure non ne limitano la forza e l'incisività anche a distanza di ormai quindici anni, grazie ad un narratore d'eccezione dietro la macchina da presa e ad un cast ispiratissimo, dal già citato Harrelson a Courtney Love - che tornerà anche in Man on the moon accanto al regista - e un ottimo Edward Norton, allora praticamente un esordiente.Un biopic, dunque, non perfetto, eppure inseribile nella migliore tradizione del genere, in grado di coinvolgere e sensibilizzare il pubblico rispetto ad uno degli argomenti che a noi blogger dovrebbero stare a cuore più di molti altri: non il sesso - che comunque continuerà ad essere tra i primi -, bensì la libertà di esprimere le proprie idee senza pensare che qualcuno, soltanto ritenendole scomode o sconvenienti, possa ritenerci colpevoli di averle espresse e fare in modo che un'altra libertà - quella di vivere - ci sia negata.In questo senso - che è tutto tranne che religioso - senza dubbio, Larry Flynt è stato praticamente un dio.E Milos Forman il suo profeta.Giusto per non far mancare una certa qual provocazione anche qui, nel polveroso saloon.
MrFord
"E come le supposte abitano in blisters full-optional,
con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland,
vivon col timore di poter sembrare poveri :
quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano, poi lo comprano,
in costante escalation col vicino costruiscono :
parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S. Marco nel Vangelo."Frankie Hi Energie MC - "Quelli che benpensano" -
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