La vespa gioiello (Ampulex compressa) è una delle tante specie parassitarie che popolano le Americhe: trova l'ospite adatto, in questo caso uno scarafaggio americano (Periplaneta americana) e vi deposita al suo interno una delle sue uova, aspettando che la futura larva cresca e si nutra dall'interno della sua incubatrice vivente.
Uno scarafaggio, tuttavia, è notoriamente un ricettacolo di batteri: nutrendosi di tutto ciò che trova, vivo o morto, e prediligendo ambienti ricchi di materiale in putrefazione, non è di certo il pasto ideale per una larva di vespa appena nata. La vespa gioiello, quindi, ha sviluppato un sistema di disinfezione dell'ospite delle sue larve, come è stato recentemente dimostrato da un team di biologi tedeschi.
Quando la vespa gioiello attacca uno scarafaggio, colpisce la preda per due volte: la prima serve ad annullare quasi completamente ogni reazione dello scarafaggio, in modo tale da poterlo trascinare per le antenne nel suo nido; la seconda, invece, serve a deporre una delle sue uova all'interno dell'ospite. "Lo scarafaggio è sia la sola fonte di cibo per la larva, sia la sua culla" spiega Gudrun Herzner, membro del team e ricercatore della University of Regensburg.
Herzner ed il suo gruppo hanno osservato l'attacco di alcune vespe gioiello contro degli scarafaggi, registrando anche le fasi di sviluppo della larva all'interno dei corpi delle vittime. Mentre la larva si nutre, rilascia una sostanza chiara e liquida all'interno dei tessuti dello scarafaggio. "Inzuppano i loro scarafaggi con composti chimici" continua Herzner.
Il liquido contiene melleina e micromolide, due sostanze capaci di rallentare lo sviluppo di alcuni microrganismi che potrebbero arrecare danno alle larve. Tra questi c'è il Serratia marcescens, comunemente insediato in pianta stabile all'interno dei tessuti di scarafaggio.
Il batterio Serratia marcescens è tristemente noto per essere la causa di numerose infezioni ospedaliere, specialmente alle vie urinarie e alla cute. Il S. marcescens è ormai resistente a diversi antibiotici, ma apparentemente non a quelli sviluppati dalle vespe gioiello. "Questa ricerca apre nuove strade tramite l'osservazione diretta del comportamento delle larve" sostiene David Hughes, entomologo della Pennsylvania State University. "La diversità delle vespe parassitarie è enorme, esistono più di 80.000 specie, ma non si sa nulla sul comportamento delle larve, periodo che costituisce buona parte della vita di una vespa".
Come le larve di Ampulex compressa, anche altre larve di insetti sembrano capaci di secernere composti antibatterici. Un'altra vespa, la Pimpla turionellae, espelle dal suo ano alcune sostanze battericide; gli esemplari adulti della Philanthus triangulum, invece, rivestono le loro prede con una sostanza oleosa per impedire la decomposizione del corpo e preservarlo intatto al momento della nascita delle larve.