Quando ero bambina, insieme a mio fratello e a un nostro amico vicino di casa, avevo creato una band musicale. Le nostre chitarre erano le racchette da tennis e la batteria un fustino del detersivo (allora li facevano cilindrici, non so se oggi esistono ancora). Non mi ricordo esattamente né quale strumento suonassi io, né che quali canzoni eseguissimo effettivamente durante i nostri privatissimi concerti, però mi ricordo che ci divertivamo un sacco. La cosa buffa è sia io sia mio fratello siamo stonati come campane e che non abbiamo mai preso in mano un vero strumento musicale in vita nostra, a parte il flauto alle scuole medie e la pianola che ci era stata regalata un anno a Natale. Il nostro amico invece da adulto ha fondato un gruppo musicale vero, inciso un paio di cd e avuto un discreto successo, anche se oggi so che tutto è in sospeso.
Questo lungo preambolo è per parlarvi di Lascia stare il la maggiore che lo ha già usato Beethoven di Alessandro Sesto, pubblicato dagli amici di Gorilla Sapiens edizioni (sì, quelli del peluche del gorilla). Di questo autore avevo già letto, e amato alla follia, Moby Dick e altri racconti brevi, in cui parla di come la letteratura ha fisicamente influenzato la sua vita. In questo nuovo libro il soggetto cambia. Si parla di musica, attraverso le vicende di una sgangherata band musicale che cerca di affermarsi nei locali della pianura padana. Un gruppo di amici, tra cui verosimilmente c’è Alessandro Sesto stesso, che il lettore segue durante la loro “carriera” musicale e, soprattutto, durante i loro ragionamenti sulla musica e su come la loro vita, più o meno profondamente, da essa è influenzata. Alcuni ragionamenti sono effettivamente molto profondi, come il doversi adattare alle mode o le canzoni dell’estate (ok, queste non sono esattamente profonde, ma sono una caratteristica ben precisa del mondo musicale di oggi), altri che fanno davvero morire dal ridere (il capitolo che si intitola Calaf, primo fra tutti).
Lo stile di Alessandro Sesto in questo libro è molto simile a quello del primo: alterna momenti filosofici ad altri puramente goliardici, prende personaggi un po’ cazzoni e far loro dire cose molto profonde, per poi stemperare il tutto con qualcosa di comico, tocca diversi argomenti dedicando loro capitoletti ben precisi e ben caratterizzati e lascia nel lettore sempre il dubbio se stia parlando sul serio o stia prendendo per il culo un po’ tutti.Ed è uno stile che adoro, anche se ho preferito Moby Dick e altri racconti brevi rispetto a Lascia stare il la maggiore che l’ha già usato Beethoven, ma semplicemente perché mi muovo molto più facilmente nel mondo della letteratura che in quello della musica.In ogni caso sono libri geniali, piccole perle che fanno sorridere (ok, a volte proprio ridere di gusto) e qua e là anche riflettere.
Ora sono davvero curiosa di sapere qual è la terza passione di questo autore, per capire cosa aspettarci dal terzo libro.
Sa, vado a prendere la racchetta del volano e suono qualcosa.
Titolo: Lascia stare il la maggiore che lo ha già usato BeethovenAutore: Alessandro SestoPagine: 153Anno di pubblicazione: 2015Editore: Gorilla Sapiens EdizoniISBN: 978-8898978052Prezzo di copertina: 13 €Acquista su Amazon:formato brossura:Lascia stare il La maggiore che lo ha già usato Beethoven