Da quando la piccola e la piccolissima
hanno fatto la loro comparsa le mie serate si sono diversificate
rispetto ad un tempo. Una volta che si sono addormentate io in genere
mi piazzo da qualche parte e leggo/scrivo/ascolto/mangio/pulisco(me
stesso)/aggiusto/hobbo (voce del verbo Hobbare, ovvero praticare
Hobbies). Spesso tengo la TV accesa ed ho imparato ad ascoltare i
film. Ne guardo 5 minuti, giusto per associare le voci alle facce e
poi ascolto quello che succede, tipo “radionovela”.
L'altro giorno stavo scrivendo ed
ascoltavo un film quando la voce narrante, che poi era la
protagonista ma si capiva bene quando era voce narrante e quando
protagonista che parlava, ha detto che il trucco per i giocolieri non
è nella presa ma nel lancio. Il mio apprezzamento per questa frase è
direttamente proporzionato al disgusto per il film che per lo più è
osceno.
Però questa cosa del giocoliere mi è
rimasta in testa.
Manco fossi Mentana ai bei tempi del
TG5 mi collego con un fatto accaduto al parco giochi con Gaia l'altra sera.
Lei era intenta ad arrampicarsi su
delle scale, per accedere ad un castello che poi sfociava in uno
scivolo. Bene, una volta su questo castello stava per avventurarsi
in una manovra mediamente pericolosa (ai miei occhi quasi mortale) e
con un guizzo che ignoravo il mio fisico fosse in grado di produrre
gliel'ho impedito fra gli sguardi compiaciuti delle mamme presenti
che in un attimo, vedendo in me la figura del padre che protegge le
sue creature, hanno cominciato ad aggiustarsi i capelli, mostrare il
decoltè, inumidirsi le labbra e lanciare nella mia direzione sorrisi e reggiseni. Ok, la parte delle madri non è vera
però è vero che il mio gesto atto ad impedire la caduta di Gaia sia
stato apprezzato dagli astanti.
Mentre sorridevo con Gaia ancora in
braccio verso il pubblico sento il suo sguardo su di me.
Giro la testa verso di lei ed era nera.
La appoggio con disinvoltura e lei risale sulle scale con il famoso
“culo dritto”.
Da dietro di me sento una vocina che mi
dice “Eh falla provare, mica si ammazza”.
E' Bianca che da dentro il passeggino, con sei parole, mi insegna a fare il padre.
Piccola parentesi: per chi dice che non esiste il manuale del perfetto genitore...vi sbagliate, i vostri figli sono il vostro manuale.
Da qui la riflessione, il collegamento
con il giocoliere. Sono un padre che definirei "apprensivo andante",
sono protettivo. Mi rendo conto che quando siamo in parco giochi sono
il genitore più vicino alle sue figlie. Fino all'altro giorno mi
dicevo che era perchè Gaia è una scavezzacollo che si crede una
bimba di 5 anni ma ha i riflessi di una di poco meno di due (NdR
volutamente scrivo i numeri ogni tanto in cifre e ogni tanto come
sostantivi, mi piace ostentare incoerenza lessicale, strutturale e
grammaticale.). Invece è perchè sono esagerato. Mi sono quindi
riproposto una cosa, un equilibrio, un numero di giocoleria: ci sono
esperienze che Gaia dovrà capire che non può fare, tipo lanciarsi
senza paracadute da un ponte; ci sono esperienze che Gaia dovrà fare
con il mio supporto (e qui non trovo esempio....ci sarà un
motivo????); ma ci sono tante esperienze che lei dovrà capire che
non si fanno solo facendole. Non posso impedirle di cadere
dall'altalena e sperare che lei capisca che può essere pericolosa, non adesso che ha venti2 mesi.
Se la porto via da un gioco per impedirle che si faccia male lei non
capirà il perchè, è troppo piccola. Non sempre è possibile farle
capire che una cosa è pericolosa e credo che un divieto senza motivo
sia peggio che una piccola caduta esperienziale.
Cazzo che frase che mi è uscita....un divieto senza motivo
sia peggio che una piccola caduta esperienziale...ma chi sono!?!?!?!?
Quindi devo trovare il giusto
equilibrio e capire quando devo prevenire, quando devo assistere e
quando devo semplicemente alleviare una piccola botta. Non è facile,
per me non esistono piccole botte sulle mie bimbe ma solo grandi
dolori. Ma dovrò impegnarmi.
Foto di me stesso che faccio il giocoliere coi limoni