(Låt den rätte komma in)
Regia di Tomas Alfredson
con Kåre Hedebrant (Oskar), Lina Leandersson (Eli), Per Ragnan (Håkan), Henrik Dahl (Erik), Karin Bergquist (Yvonne), Peter Carlberg (Lacke), Ika Nord (Virginia), Mikael Rahm (Jocke), Patrik Rydmark (Conny), Karl-Robert Lindgren (Gosta), Anders T. Peedu (Morgan), Mikael Erhardsson (Martin).
PAESE: Svezia 2008
GENERE: Horror
DURATA: 114’
1981, periferia di Stoccolma. Il giovane Oskar, vessato dai compagni e ignorato dai genitori, fa amicizia con la coetanea Eli, vicina di casa fragile e silenziosa. Entrambi preferiscono uscire di notte, ma per ragioni diverse. Come se non bastasse, nel quartiere iniziano a verificarsi alcuni strani, efferati omicidi…
Scritto da John Ajvide Lindqvist, che ha adattato un suo romanzo del 2004, è uno riuscito horror low budget che suggerisce una via nuova all’abusato genere vampiresco. Prima ancora che essere un film di spavento, è la storia di un’amicizia (amore?) tra due dodicenni incompresi, un’incontro tra due solitudini che solo nello stare insieme trovano pace. Potente come parabola sociale – è più “mostruoso” l’uomo, violento e indifferente per scelta, o il vampiro, aggressivo per natura? – terrorizzante nell’uso che fa dello spazio e della suggestiva ambientazione (l’innevato quartiere di Blackberg, Stoccolma, è stato ricostruito a Luleå, Svezia del Nord) è un horror stranamente “tenero” nel raccontare una storia d’amore tra due outsiders “strutturalmente” diversi ma psicologicamente molto simili. È un film assai originale che va controcorrente rispetto all’horror d’importazione USA: al rumoroso stile statunitense, fatto di urla continue, sonorità frastornanti e movimenti di macchina caotici e vorticosi, Alfredson preferisce una regia sobria e delicata, statica ma ricca di contrasti e sfaccettature, capace di momenti riflessivi e quieti come di feroci esplosioni di violenza dal tono decisamente splatter. Certo, il modello “visivo” resta comunque molto americano – c’è molto Carpenter nell’ambientazione, e infatti lo stesso regista di Vampires ha apprezzato molto il film (vedi l’intervista a JC pubblicata su nehovistecose) – ma tutto sommato si tratta di un ottimo film, intelligente e maturo. “Più svedese e plumbeo di così si muore” (Morandini), ma la commistione sangue e neve funziona a meraviglia. La scena in piscina è perfetta, il finale sfiora la poesia. Assai pregevole il lavoro fotografico di Hoyte Van Hoytema, ma va detto che non c’è un contributo tecnico (scenografia, regia, attori, musiche) sbagliato o poco curato. Ci lamentiamo spesso perché il cinema horror sta morendo: guardatevi Lasciami entrare, vi ritroverete gli antichi fasti del genere. Titolo inglese: Let the right one in.