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Lasciarono tutto e lo seguirono (5° Domenica tempo ord. anno C)

Creato il 09 febbraio 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
   10 febbraio 2013
Lasciarono tutto e lo seguirono (5° Domenica tempo ord. anno C)
    5° DOMENICA    TEMPO ORDINARIO    ANNO C  
Antifona d'Ingresso Sal 94,6-7 Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.

Colletta Dio di infinita grandezza, che affidi alle nostre labbra impure e alle nostre fragili mani il compito di portare agli uomini l'annunzio del Vangelo, sostienici con il tuo Spirito, perché la tua parola, accolta da cuori aperti e generosi, fruttifichi in ogni parte della terra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Is 6,1-2.3-8 Eccomi, manda me!
Dal libro del profeta Isaia
Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
- Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 137
Rit. : Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. - Rit.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. - Rit.
Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore! - Rit.
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. - Rit.

Seconda Lettura 1 Cor 15,1-11 [ forma breve 15, 3-8.11 ] Così predichiamo e così avete creduto.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Vi proclamo,[ fratelli ], il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! [ A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. ]
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
[ Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto. ]
- Parola di Dio
Vangelo Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. - Parola del Signore
RIFLESSIONI
  • Cercherò di fissare l’attenzione su alcuni punti. È comunque importante mantenere l’attenzione sui passaggi, perché emerga il messaggio straordinario di questo Vangelo.
  1. Il triplice passaggio dall’abisso, dal fallimento, dal peccato alla vita nuova che si intravede come comunione, come frutto di una vita che si compie.
Questo vangelo è una sfida, qualcosa che riempie veramente la vita. Come è possibile avere accesso alla pienezza? Gli elementi utilizzati dall’evangelista sono legati alla pesca che dal niente diventa fruttuosa, al punto che la barca è piena e trabocca di pesci. Me c’è anche l’abisso del peccato confessato da Pietro. La sorpresa è che Gesù interpella Pietro come suo interlocutore privilegiato, Pietro che dice : «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Questo è un punto importante per la nostra esperienza e per la tendenza istintiva di ciascuno di vedere il peccato degli altri e non il proprio. Pietro confessa il suo peccato o meglio il suo stato di peccato. Non si tratta di un peccato solo, ma di una condizione che coinvolge tutta la vita e tutti gli avvenimenti. Il superamento di questa negatività, che Pietro si sente dentro e confessa, è legato alla Parola del Signore: “sulla tua parola getterò le reti ”. La Parola del Signore aiuta e permette che si compia il superamento del fallimento. Tutta la notte pescatori esperti avevano pescato e non avevano preso nulla. Si tratta nel complesso di una situazione disperante, negativa sia per il prestigio che per l’interesse. Il Signore interviene per trarre, da questa situazione di abisso, una pienezza.
  1. L’abisso è superato grazie alla Parola: “sulla tua parola getterò le reti ”.
La Parola viene qui vissuta come energia che raggiunge il negativo della vita per aprire ad una speranza, ad una clemenza. Infatti la Parola permette di recuperare il fallimento della situazione aprendo prospettive nuove. Si innesta qui un altro elemento che è quello della divisione. All’inizio del racconto abbiamo diverse barche, e ciascuna va per conto suo. Il fallimento è comune, ma è vissuto in modo individuale. Alla fine del racconto c’è il radunarsi delle barche: i pescatori hanno capito che il frutto abbondante era da condividere, da portare insieme, tanto più che appare sovrabbondante. Il rapporto tra la divisione e la speranza (che la Parola del Signore permette di coltivare) è un annuncio di festa; e dice l’importanza del nostro radunarci e dell’ andare oltre il negativo, oltre le note di chiusura. Se le barche avessero continuato ad andare ognuna per conto proprio, il pesce sarebbe andato sciupato; invece, in questo caso, la realtà cambia profondamente. Tante famiglie vengono aiutate dalla sovrabbondanza e dalla condivisione! Gesù non passa dalle singole barche, non si rivolge separatamente alle singole persone, ma, rivolgendosi a Pietro, opera unità, perché di fatto le barche si richiamano e si riuniscono. Alla base c’è sempre la Parola, e Pietro ha capito questo messaggio: “sulla tua parola getterò le reti ”. La Parola di Dio è vissuta e proposta come salvezza. Non è una Parola nella sua materialità, ma vive nello Spirito. Quando ci troviamo riuniti ad ascoltare la Parola, questa Parola ci autorizza a credere che le barriere possono e devono cadere, sia quelle grandi, del mondo, che quelle piccole che disturbano il nostro cammino. La Parola è sempre la nostra guida. Occorre chiedere la grazia di alimentarci con costanza e voracità della Parola. La nostra attenzione alla Parola non è riducibile ad un’ora, ma dovrebbe essere una costante soprattutto nei momenti bui, di oscurità, quando restiamo smarriti, scandalizzati o schiacciati dalle difficoltà. La Parola opera il passaggio dal buio alla luce, dalla stanchezza e dalla sfiducia alla speranza e all’impegno per realizzare quella comunione che il raduno delle barche lascia intravedere.
  1. Il contrasto tra il sentirsi peccatori e l’esperienza di Dio.
Noi, in genere, vediamo d’istinto il contrasto tra il peccato e la pienezza della vita. Il contrasto va colto e non negato, ma c’è il rischio di dare più peso al peccato e al male rispetto all’azione positiva di Dio. In queste letture cogliamo il ritorno di questo motivo in modi diversi. Per esempio: nella prima lettura, la reazione di Isaia, quando ha avuto la visione di Dio nel tempio, è stata quella di considerarsi peccatore chiuso all’azione di Dio. Dio allora manda un angelo che, con un gesto evidente, gli brucia le labbra per dire: “va', non temere, io sono con te” L’amore di Dio è più forte di ogni debolezza. Anche noi, se crediamo all’amore di Dio, relativizziamo le piccolezze, perché queste non devono essere dei paraocchi. Chi crede in Dio sul serio è invitato e impegnato a sottolineare il positivo. Isaia ha avuto le labbra purificate non per sua iniziativa, ma dall’azione di Dio. Dobbiamo vigilare per non essere presi dall’ oscurità e dalla tentazione, per non essere persone che annunciano il male invece del bene. Fosse anche minimo, il fuoco brucia; così anche un piccolo frammento di positività sostiene e incoraggia il nostro impegno. Superato il fallimento umano, si supera il fallimento dello Spirito con il richiamo alla Parola e allo Spirito.
  1. C’è un ultimo passaggio che sottolinea che Gesù, all’inizio, è solo; poi, cammin facendo, raccoglie attorno a sé uomini e donne. L’orizzonte si allarga e così pure la corresponsabilità aumenta.
Lungo il cammino questo fatto sarà ancora più chiaro. Gesù guarisce per fare, di noi, gente che sostiene e incoraggia non per forza propria, ma grazie alla comunione con Lui.
PREGHIAMO
È veramente giusto renderti grazie,

Padre santo, Dio di bontà infinita.

Tu continui a chiamare i peccatori

a rinnovarsi nel tuo Spirito

e manifesti la tua onnipotenza

soprattutto nella grazia del perdono.

Molte volte gli uomini hanno infranto la tua alleanza,

e tu, invece di abbandonarli,

hai stretto con loro un vincolo nuovo

per mezzo di Gesù, tuo Figlio e nostro redentore:

un vincolo così saldo che nulla potrà mai spezzare.

Anche a noi offri un tempo di riconciliazione e di pace,

Perché, affidandoci unicamente alla tua misericordia,

ritroviamo la via del ritorno a te,

e aprendoci all’azione dello Spirito Santo

viviamo in Cristo la vita nuova,

nella lode perenne del tuo nome e nel servizio dei fratelli.

Per questo mistero della tua benevolenza,

nello stupore e nella gioia della salvezza ritrovata,

ci uniamo all’immenso coro degli angeli e dei santi

per cantare la tua gloria:

Santo, Santo, Santo...

( Dalla liturgia: PE Ric.I )

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