“Appesa alle braccia delle sue due sorelle maggiori (Fede e Carità) che la tengono per mano- scrive il poeta e saggista francese in un noto poemetto – in mezzo a loro la Speranza ha l’aria di lasciarsi tirare, come una bambina che non ha la forza di camminare. In realtà è lei che fa camminare le altre. Perché sperare è cosa difficile. La cosa facile, semmai, è disperare ed è la grande tentazione. Di contro è la piccola Speranza, è lei quella che si alza ogni mattina e che ci aiuta a vivere. La Fede è come quell’edificio al centro del paese, pari a una cattedrale radicata al suolo. La Carità è un ospedale che raccoglie tutte le miserie del mondo. Ma senza la Speranza tutto non sarebbe che un enorme cimitero”.
Liberamente tratto da “Portico del mistero della seconda virtù”- di C.Peguy
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)