Sì, ho detto culo. Ma che non mi si fraintenda. L’immagine di retro copertina del singolo, datato 1984, in cui “George – Babbo Natale”, cavalca simpaticamente Andrew vestito da renna, non vuole sottolineare altro se non la gioia e la sorpresa dipinta sul volto dei due, nel momento in cui hanno realizzato di aver fatto il colpaccio del secolo. E pensare che neanche la volevano pubblicare. La canzone dico, non la foto. George l’aveva scritta per Pasqua. Era un noioso pomeriggio di fine Ottobre, non aveva niente da fare e aveva pensato di scrivere una canzone per Pasqua. Vai a capire perché. Si chiamava Last Easter. A Andrew piaceva così così, non gli suonava bene quella cosa di “the very next day”, ma comunque c’era tempo prima di pubblicarla. Per Pasqua. Pensa come sarebbe stato il mondo se gli Wham! avessero girato un video ambientato nel corso della classica braciolata di pasquetta. Vabbè comunque il punto non era Last Easter, ma piuttosto che bisognava trovare subito un lato B per Everything She Wants, che sarebbe stata la loro canzone di Natale. Ora, io da questo pensiero non esco da giorni, me ne sto facendo una malattia: quale raggio divino illuminò in un momento qualunque, di un giorno qualunque, un qualunque individuo, dello staff di produzione degli Wham! che, senza apparente motivo alcuno disse “Ma scusa, pigliamo Last Easter, facciamola diventare Last Christmas e la mettiamo come lato B”? Pensa che idiota deve essersi sentito quando tutti l’hanno deriso per aver anche solo pensato di sfidare Bob Geldof, che stava per sfornare Do They Know Is Christmas?. Lui, il tizio dello staff, deve aver puntato i piedi. Mi sa che era un pezzo grosso. Insomma, chiunque fosse, ha inventato il Natale per la seconda volta. Così, senza pensarci. Ieri mi sono presa una pausa dai cinque lavori che sto facendo ora e ho messo le canzoni di Natale dentro Wasabi. Poi ho anche fatto l’albero. Sono stanca. Non lo sono mai stata così tanto e onestamente ho un po’ perso la bussola. Non che l’abbia mai avuta, ma stavolta lo smarrimento mi rende più triste del solito. E poi, all’improvviso, accendendo la tv… Last Christmas. Le cose che restano. Di più: le cose che fanno restare tutte le altre, perché le impregnano talmente tanto della loro presenza che finiscono per diventarne l’essenza. Quando suona Last Christmas, il Natale è dappertutto. Come se non fosse passato neanche un giorno da quando Johnny Parker la presentò per la prima volta a VideoMusic. E io, nel 2013, immobile, col telecomando in mano a sentire all’improvviso quell’odore buono dei giorni in cui in casa c’erano tante persone, tra cugini, zii, parenti di cui non sapevo il nome. E si andava a giocare fuori anche col freddo. E nonna mi aveva tenuto da parte una fetta di Pandoro, perché lei lo sapeva che mi svegliavo tardi. Io quei giorni li rivorrei disperatamente, e questo mi fa incazzare. Anzi, ci sono due cose che mi fanno incazzare: rivolere quei giorni per non aver avuto il talento di crearne di nuovi belli così, e il non aver inventato una cosa come Last Christmas. Ancora. Mi sono organizzata in tutti questi anni solo per potere imparare un giorno a inventare Last Christmas e invece ieri, chiedendo a Daria quale fosse il segreto secondo lei, m’è venuto in mente che forse Last Christmas era stata solo culo. E infatti. Last Easter non avrebbe funzionato mai. Quella strana combinazione di fattori per cui, elementi diversi, innocui, incongruenti, come due frasi sbagliate del tipo ”i gave you my heart” e ”the very next day”, si combinano in un’alchimia inaspettata, semplicemente invertendo la Pasqua col Natale, è solo culo. O forse no. C’è solo un’altra possibilità. Forse il tizio che tirò fuori l’idea di farla uscire in versione natalizia era innamorato perso di una sua ex. Sapeva che l’avrebbe rivista a Natale e aveva un po’ fantasticato su come sarebbe stato incontrarla di nuovo. Ed è stato lì che ha sentito l’assoluto bisogno di Last Christams, perchè con Do They Know Is Christmas?, puoi sognare di salvarci il mondo, ma non puoi cullarti un vecchio amore tanto da farlo diventare immortale, meraviglioso, più bello di tutti gli altri. E quindi ecco la risposta: se soffri per amore hai poteri magici insperabili. Mmh. Questo lo so fare, m’organizzo in un paio di giorni e ritorno in modalità “broken-hearted” come e quando mi pare. Avverto gli amici. Così si mettono tutti a pregare che mi dica culo.