Recensione
- Revalve Records
- Anno: 2015
L’Italia non si ferma più!!
Dimenticate per un attimo tutte le nefandezze politiche e sociali che stanno attraversando da nord a sud il bel paese, lasciate ad altri polemiche stupide sul week end pallonaro e concentratevi sulla nostra musica preferita.
Bene, allora vi stupirete come negli ultimi anni, la nostra eterna esterofilia sia sempre più obsoleta e fine a sé stessa, merito di una moltitudine di ottime band che dalle Alpi, alle coste del Sud invadono il mercato con lavori eccellenti, professionali e che non hanno più paura di confrontarsi con le altre realtà europee, che siano dedite al metal estremo o all’hard rock, all’heavy metal o al prog.
Le città dello stivale continuano a sfornare realtà sopra la media e per chi si dedica al supporto dell’underground, è diventata ormai consuetudine parlare di scena, sia che si parli di Milano, come di Palermo, di Torino come, in questo caso, di Napoli.
Napoli, città in cui i suoi abitanti nascono con un qualcosa in più quando si parla della sublime arte, conosciuta in tutto il mondo per la sua famosa “canzone”, ma ultimamente e fortunatamente per noi, madre di una scena hard & heavy che sta regalando grosse soddisfazioni e gruppi dal potenziale altissimo.
I Last Frontier, attivi da una decina d’anni, licenziano il secondo full length, ripescato dalla nostrana Revalve (in origine uscito lo scorso anno) e fanno il botto (qualitativamente parlando) con un lavoro prodotto benissimo suonato e sopratutto cantato divinamente, che unisce il classico heavy sound con parti prese a piene mani dal prog metal di derivazione nostrana, perciò non lontani da Vision Divine e DGM, aggiungendo quella drammaticità heavy, marchio di fabbrica dei Symphony X, praticamente una meraviglia.
Dotato tecnicamente e con un vocalist che fa scintille, il gruppo partenopeo ci consegna tra le mani un gioiello di metallo heavy prog, con tutti i crismi per piacere agli amanti dei suoni classici, elegantemente nobilitati da ottime parti dove i tasti d’avorio creano epiche sinfonie e la chitarra infiamma, brucia, folgora con solos che riecheggiano nei padiglioni auricolari come echi di urli lanciati dalla cima del vulcano che domina la loro città.
Basterebbe l’opener Arachnophobia, per spellarsi le mani in applausi scroscianti, ma la band imperterrita sciorina una dietro l’altra songs clamorose come la power oriented Dragonfly’s Trail, l’arabeggiante Lost In Confusion, l’U.S metal Dying Storm, la sinfonica ed epica Disharmonic Chaos, strumentale da brividi e la devastante e tecnicissima The Root of His Anger, che chiude alla grande un lavoro dall’elevato spessore compositivo ed esecutivo.
Hangarvain, Black Inside, Nameless Crime sono solo ottimi esempi, a cui si aggiungono i Last Frontier, di una scena napoletana che fa fuoco e fiamme più dello stesso Vesuvio, supportatela senza se e senza ma.
TRACKLIST
1. Principio: Morsus
2. Arachnophobia
3. Dragonfly’s Trail
4. Beyond This Scene
5. Perdition
6. Lost in Confusion
7. Visionary Maze
8. Dying Storm
9. Disharmonic Chaos
10. The Root of His Anger
LINE-UP
Darka – Vocals
Nitrokill – Guitars
Adrian Dèi – Bass
Cyrion Faith – Keyboards
Zarro B. Cruel – Drums