Ancora una volta è l’Argonauta Records a offrirci l’occasione per parlare di una realtà italiana interessante, non a caso da sempre nel nostro radar: si tratta dei Last Minute To Jaffna, coi quali ci eravamo già incontrati ai tempi dell’acustico Volume III. Con un passo indietro nella progressione numerica delle sue uscite, la formazione dà oggi alle stampe il secondo volume elettrico, evoluzione di un percorso sempre più personale e riconoscibile, in cui potenza e dilatazioni anche nell’umore della scrittura si fondono per catturare l’attenzione dell’ascoltatore. A dominare la scena è la sensazione di avvolgimento e di profondità che promana dai brani, autentici vortici sonori nei quali ci si perde per ritrovarsi all’interno di uno scenario dolente, caratterizzato da colori crepuscolari, se non notturni. Non è però un’oscurità totale quella che tratteggiano le otto composizioni di Volume II, piuttosto il momento in cui la luce perde pian piano di intensità e le ombre si allungano, fino a evocare fantasmi e ricordi passati. Per questo non sembra fuori luogo immaginare i Last Minute To Jaffna intenti a raccontarsi storie attorno a un fuoco, immersi nella natura dei monti che sovrastano la loro regione, esploratori in avanscoperta tra versi di animali e alberi che ne celano la vista. Si potrebbe parlare di postmetal venato di psichedelia o di postcore rallentato, ma sarebbe riduttivo vista la ricchezza e la cura le quali la band costruisce le proprie traiettorie, tanto da non temere neanche il coraggioso incrocio tra drone e drum’n’bass in “CHAPTER DCLXVI”, una digressione che non spezza ma aumenta l’impatto del tutto e che dimostra come anche l’idea più azzardata possa funzionare se costruita con la giusta determinazione. Per il resto ci si trova di fronte alla messa a punto e alla conferma del valore di una realtà che continua a colpire nel segno e dalla quale possiamo aspettarci ancora molto. Avanti a tutta forza!
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