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Un film "figo", non c'è niente da dire. Ma non per la maestria cinematografica, piuttosto per i dettagli. Protagonisti fighissimi, sfido chiunque a dire il contrario. Case fighissime. Lavori fighissimi. Città fighissime. Da donnina, fighissima anche la frangetta di Keira Knightely. Per tutto il resto, bisogna andare con ordine."Last nigt" è l'esordio alla regia della sceneggiatrice Massy Tadjedin, americana di origini iraniane. E il lavoro di scrittura si sente. La regista focalizza tutta la storia in una sola notte che vede una bella (figa!) e giovane coppia, Sam Avatar Worthington e la Knightely, alle prese con quel conflitto senza età che vede contrapposti amore-fedeltà- attrazione-tradimento. Nulla di nuovo sotto il sole (ah...gli uomini tradiscono fisicamente, le donne mentalmente...per chi se lo fosse dimenticato), ma onestamente il film, nella sua semplicità e specularità, è scritto, furbamente, bene. Sulla carta atmosfere giuste, personaggi inquadrati, una stilizzazione di racconto che è da apprezzare. C'è un anche un filino di autoironia che non guasta.E' sulla regia (e sulla direzione degli attori...ma ci ritorniamo), che Massy Tadjedin cede. Sembra abbia voluto prendere ispirazione da più parti, "scopiazzando" senza mettere nulla di proprio, di nuovo. Per molti aspetti la pellicola ricorda "Closer" con un poker d'attori di tutto rispetto (Julia Roberts, Clive Owen, Natalie Portman, Jude Law). Il tema era praticamente lo stesso. Poi si strizza l'occhio a Sofia Coppola. Idem Woody Allen. Un po' di commedia elegante e raffinata americana (Tom Hanks, Meg Ryan primo periodo, la Roberts, Billy Cristal). Dialoghi televisivi alla "Sex and the city". Originalità, purtroppo, pari a zero.Gli attori dunque. La Knightely, per quanto "proverbialmente" deliziosa, è molto deludente. Molto meglio piratessa dei Caraibi. Forse non ha ancora "l'età", ma non sarebbe stato difficile immaginare qualsiasi altra attrice della sua generazione nel ruolo. Penso a Scarlett Johansson (anche se figura forse troppo "sensuale" nell'equilibrio dei ruoli voluto nel film) o a Natalie Portman. Il protagonista di Avatar, invece, appare troppo ingessato e l'imbarazzo del marito traditore si trasforma in goffaggine interpretativa. Eva Mendes è un belvedere per gli uomini e la parte è tenuta in modo più che appropriato. Il più convincente è il francese Guillaume Canet.Il tema, come scritto più in su, è vecchio come il cucco. Le corna sono sempre le corna. Necessarie? Frutto di incontenibile attrazione? O appagamento dell'ego? Sul punto non si vuole dire di più. La regista fotografa la storia umana, senza cercare grandi scappatoie filosofiche. In fondo, sono semplicemente "un (des) homme(s), une (des) femme(s)".
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