La sera me ne vado in via Barletta,
a sentir l’aria che tira,
tanto non ho niente da fare,
e ascolto il mormorio dei rigagnoli,
neri che si dileguano monotoni,
tra questi marciapiedi,
e s’uniscono alla mia voce,
sempre uguale sempre lastessa;
in queste lunghe code
non cantano neanche i fiori alla
finestra ovale che si nascondono,
ombre solitarie,
nel silenzio della quiete in questo
istante che sfibra come cera;
ad ascoltarli insieme,
dicono qualcosa ma non so cosa:
i rigagnoli sono esseri strani,
mormorio atono che
odono la sera
rattristano le pietre
tengono accese le tenebre
e accompagna la mia discesa.