Magazine Arte

LATENZA (e piccoli segmenti)

Creato il 01 giugno 2012 da Wsf
ANTONELLA TARAVELLA Latenza [e piccoli segmenti] (e-Book a cura di Sebastiano A. Patanè) Senti la carne fremere sotto il peso di parole eteree. Perché non è la pesantezza del tempo che si affronta qui. Sono gli spazi, i labili spazi dei momenti silenziosi. Il corpo è pronto, lo è per natura, la mente, la ragione non lo sono affatto. Non è il posto dell’amore che si cerca, è la constatazione necessaria del suo non luogo. Il corpo è fatto per l’amore, la mente ingannatrice e famelica pare non capirlo mai. Non sembrano dimenticanze, non c’è ingenuità. Sono giochi di poteri del tutto interni che Antonella sa, conosce, troppo, bene. Il fondamento del dolore è l’unica garanzia per il sogno. Sogno mai, mai rifiuto. Sogno, speranza. Che la mente si plachi. Che il corpo prenda il controllo. L’unica via, è quella presa da Antonella, sperimentare. A parole. Il dolore. Alessandro Chiappanuvoli Gioia Oggetto certamente di studio l’opera di Antonella che si oppone alle logiche classiche della poesia tradizionale ponendosi, a pieno titolo, nell’avanguardia corrente. Sembrerebbe più una poesia d’istinto che da ispirazione, una elaborazione interiore masticata a lungo, dai contorni dark, dalle sfumature noir, che riesce ad esplodere nei rossi più accesi ma anche in pastelli inaspettati che, tuttavia, non confondono il lettore, anzi lo conducono in una itinerante, attraverso l’intera gamma di emanazioni poetiche dell’autrice per concludere, infine, in una lettura gradevole ed assolutamente ricca di messaggi. (Sebastiano A. Patanè) Una delle dimensioni della ricerca poetica è legata al concetto di apertura. Questa apertura possibile si manifesta quando il verso si applica a un dialogo, a una memoria, a una annotazione. Nel lavoro di Antonella Taravella questa dimensione è presente in modo sostanziale, e quasi sconcertante. Apertura femminile e consegna di questa apertura all’altro. Viene qui proposta oggi una raccolta, a cura di Sebastiano A. Patané, che di questo testimonia senza scampo. Una bellissima condanna al femminile del verso. Una costruzione che sta al segmento, più che al frammento amoroso. (Nerina Garofalo) La cosa che più mi affascina di Antonella Taravella e la continua crescita interiore e poetica, nutrendosi della sua stessa energia che riesce a trasmutare in versi come fosse una specie di albero pronto a fiorire ogni volta. Il suo è un modo di scrivere che seziona costantemente la realtà emozionale, cercando di carpire i segreti del bisogno primordiale insito nell’essere umano. Tuttavia non c’è mai banalità nelle sue poesie, mai un sapore di già letto e in questa raccolta si riesce a cogliere la forza e la potenza delle sue parole e soprattutto del suo stile inconfondibile. (Gianluca Corbellini) Trovo che l’essenza della poesia di Antonella Taravella si nutra fondamentalmente di una propensione naturale ad una ricerca lessicale-estetica, di una sorta di ideazione immaginifica che mai prescinde da una rappresentazione artistico-scenica della parola. Tutte le liriche rappresentano un viaggio, un’immersione all’interno di se stessa, del suo corpo e delle sue proiezioni, delle sue infinite figurazioni e trasfigurazioni , del suo volume cangiante di nebulosa stellare fluttuante . La parola è il corpo, il corpo è parola. Il centro della lirica sembra così assumere la valenza di un cuore-baricentro centro d’energia , motore-generatore , che crea infinite rappresentazioni metamorfiche di corpo e psiche, nella continua fusione di esse con spazi, elementi naturali, fisici ed emotivi. Un centro che sa annullare le forze gravitazionali, segnando nuovi confini di espansione, nuove immedesimazioni e rappresentazioni in un continuo dissolvimento-riconoscimento che vuol farsi egli stesso spazio, arte , possesso , parola. Così quel generatore vivo è bulbo da cui nascono liane, tentacoli, nebbie , edere, fiori carnivori e carezzevoli, rami, fili di ferro e seta , che avvolgono lei stessa e la sua ideazione in una fotografia che perfora ogni confine fisico, mentale e linguistico imposto. (Mezzanotte) Il verso di Antonella Taravella ha il diritto di esistere solo su sua divina concessione: la poeta è la sovrana assoluta delle parole, le riempie fino all’orlo, le incarna, ne prende possesso, le trasforma e le ritrasforma. Alla narrazione si accede per molti registri, ma si privilegia la “fisica” dell’Eros per indagare nella poesia. L’Eros viene restituito in una parola strutturata che si piega all’indagine individuale e non è un verso “sobrio”, è spirito puro, non si astrae nemmeno un attimo perché deve travolgere, a sé condurre, deve entrare in rapporto con l’altro; e qualsiasi combinazione è permessa a quell’io che sta narrando, e che alla fine, conquista. Si, conquista il verso di Morphea. Non è caso che ha scelto questo pseudonimo, perché Ipnos era si un dio benevolo, che concedeva di alleviare nel sonno le pene degli uomini, ma era anche il gemello di Thanatos, e alla fine della lettura, in lontananza, si avverte nella poesia di Antonella Taravella un disincanto quasi tragico, come se nel buio ci attendesse una forza “gemella” che potrebbe trascinarci altrove, senza il vento di carne che addormenta le nostre paure. (Meth Sambiase) http://leviepoetiche.blogspot.it/2010/11/antonella-taravella-aderenza.html WSF e Le Vie poetiche per Antonella Taravella Filed under: e-book, poesia, scritture Tagged: poesia, WSF

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines