Ultimo film diretto da Cristina Comencini, Latin Lover esibisce uno sdoppiamento narrativo degno di nota, che ha il pregio di saper elogiare il cuore delle donne e il cinema italiano degli anni sessanta e settanta.
Nel decennale dalla morte di Saverio Crispo, divo del cinema europeo, la famiglia (le due vedove e le quattro figlie avute da quattro donne diverse) si ritrova nel paese natio del padre. Qui rivalità e alleanze che durano da sempre per l’occasione esplodono una dopo l’altra.
“Saverio è frutto dell’immaginazione. Il grande cinema di quegli anni è realmente esistito”. Questa è la frase che campeggia sullo schermo nero appena prima dei titoli di coda. Ed è da qui che inizia l’analisi di Latin Lover; può apparire atipica come scelta ma, imparando a leggere nella profondità di quella frase, si può comprendere l’intento di Cristina Comencini e il fine ultimo della pellicola. Perché se la vicenda rappresentata è costruita con destrezza, maestria e leggerezza, può essere interpretata come un mero espediente per raccontare qualcosa di più universale: una celebrazione del grande cinema e dei volti che hanno popolato gli schermi degli anni d’oro del cinema europeo.
Tuttavia la storia ha una sua valenza intrinseca e racconta l’universo femminile al pari di un Almodovar d’altri tempi (non è un caso che la regista prenda in prestito tre attori cardine del cineasta spagnolo: Marisa Paredes, Jordi Mollà e Lluis Homar). E, come già anticipato, Latin Lover racconta molto di più e tutto ciò grazie al volto autoironico e “antico” di Francesco Scianna, che interpreta l’uomo dei sogni che ha ammaliato donne, figlie e addetti ai lavori.
La Comencini offre spazio a Volontè, Mastroianni e Gassman, attori che hanno rappresentato l’Italia nel mondo, e disegna per il suo protagonista un universo che attraversa il teatro varietà, le nostrane pellicole impegnate, il cinema d’oltralpe, gli spaghetti western, un periodo bergmaniano e la dorata Hollywood (dove ha realizzato i suoi film peggiori). Un percorso che accompagna la vicenda principale (sei donne caratterizzate in modo deciso, che cavalcano contraddizioni di ogni genere in chiacchiere intimiste), che spunta di tanto in tanto e non è mai invasiva.
Film riuscito in ogni sua parte (ilare o drammatica), Latin Lover ostenta il background da conoscitrice del cinema dall’interno della Comencini e allieta il pubblico con leggiadria e maestria. Una pellicola alto borghese che mette a nudo le fragilità di un gruppo di donne che scelgono di abbandonare il passato per assaporare il presente, tenendo bene a mente le emozioni che i ricordi suscitano.
Uscita al cinema: 19 marzo 2015
Voto: ***1/2