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Latitante rientra a Menfi dalla Germania: arrestato

Creato il 24 ottobre 2015 da Comunalimenfi
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Carabinieri. Francesco Pecora, 25 anni, avrebbe violato per ben 22 volte le prescrizioni che gli erano state imposte.

Un latitante arrestato dai carabinieri di Menfi. È già stato dichiarato delinquente abituale e nel periodo in cui ha lasciato il carcere, in soli tre mesi, da aprile a luglio 2015, avrebbe violato per ben 22 le prescrizioni che gli erano state imposte e tra queste quella di non frequentare pregiudicati.

Quando il Tribunale di Sorveglianza di Agrigento aveva deciso di riportarlo in cella, per scontare 9 mesi di reclusione che gli restavano per la condanna subita nel processo antidroga Bacchanalia, Francesco Pecora, di 25 anni, aveva già tagliato la corda, recandosi in Germania. Il richiamo di Menfi, però, sarebbe stato troppo forte e il giovane è rientrato, recandosi presso l’abitazione dello zio.

È lì che i carabinieri lo hanno tratto in arresto al termine di un’intensa attività d’indagine. L’arresto è scattato anche per lo zio, Patrizio Cammarata, di 52 anni, per averlo aiutato ad eludere un provvedimento dell’autorità giudiziaria, ma ne suoi confronti non è stata disposta alcuna misura ed è rimasto in libertà.

Pecora, invece, è andato in carcere. Il servizio premia l’attività svolta in maniera capillare dai carabinieri della stazione di Menfi che non hanno mai abbandonato le ricerche del giovane, certamente ipotizzando che sarebbe potuto rientrare a Menfi.

Pecora ha precedenti per droga ed è stato coinvolto, in particolare, nell’operazione Bacchanalia, svolta sempre dai carabinieri della compagnia di Sciacca, che ha focalizzato un canale di approvvigionamento della droga, cocaina ed hascish, che arrivava a Sciacca ed a Menfi da Palermo e da Vercelli, città nella quale si è trasferita da anni una famiglia agrigentina.

La sostanza stupefacente avrebbe coperto il mercato saccense anche in occasione dell’edizione 2009 del carnevale. In queste occasioni, quando più alta era la richiesta di stupefacenti, si sarebbe spacciate per ecstasy delle compresse di antinfiammatori che venivano colorate di azzurro. Molti degli imputati in questo processo hanno patteggiato. Francesco Pecora assistito in Corte d’Appello dall’avvocato Calogero Lanzarone.

Fonte: Giuseppe Pantano, GdS


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