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C'è un sentimento che cresce di pari passo alla visione di ogni nuovo film di Xavier Dolan, ed è l'invidia.
Sì, perchè il regista -classe 1989 (1989!!)- non solo ha al suo attivo già quattro pellicole, non solo queste quattro pellicole sono ognuna a suo modo bellissima, ma queste quattro pellicole sono state sempre presentate in Festival prestigiosi (3 a Cannes, l'ultima a Venezia).
Così, tanto per far sembrare nulli tutti i traguardi raggiunti da chi di anni più di Xavier ne ha anche solo uno...
Ma parliamo del film, forse il più rischioso e il più maturo che Dolan ha finora fatto.
Dimenticate infatti le paturnie ossessive dell'adolescente di J'ai tué ma mére, e pure gli amori postadolescenziali de Les amours imaginaires e il tentativo pseudo thriller/drammatico di Tom à la ferme.
Laurence Anyways prende un po' da tutti questi, rimanendo un chiaro prodotto del regista canadese che ancora una volta non rinuncia a raccontare il mondo gay attraverso i colorati e musicalmente free anni '80, ma sia per la trama che per come questa viene sviluppata (in ben 159 minuti, mica niente), le intenzioni e il risultato sono molto più maturi.
Laurence è un insegnante 35enne, che vive con la sua ragazza Fred in un mondo colorato e a parte, fatto principalmente di scherzi e giochi di ruolo che solo loro capiscono. Tutta quest'allegria, e tutto questo cameratismo, cambia inevitabilmente alla confessione di Laurence di voler da sempre essere una donna e ora, dopo 35 anni di menzogne, così inizierà a vestirsi.
Fred cade in una spirale di depressione e rabbia, incapace di smettere di amare il suo uomo e di accettare la nuova donna, cercando di non far però pesare questo suo tentennamento interiore al già fragile Laurence, che deve affrontare colleghi e genitori e il mondo esterno nei nuovi panni.
L'equilibrio precario che si crea viene presto rotto causa licenziamento di entrambi, e incapace di sostenere e e di vivere con paure e repressioni, Fred scappa e conosce Michel, sposandolo e facendoci un figlio.
Ma è davvero possibile dimenticare il vero amore? Con gli anni che passano, e il desiderio che non svanisce, i due si rincoreranno provando di volta in volta ad aggiustare l'inaggiustabile.
Se c'è qualcosa che fa ancora più invidia di vedere un ragazzo classe '89 avere già 4 film all'attivo e tutti presentati ai grandi festival, è vedere come ci sia un valido motivo per cui questi vengano presentati ai grandi festival.
Laurence Anyways non fa eccezione, anzi, si dimostra un racconto maturo su persone mature che devono accettare una natura più grande di loro, con le conseguenze esterne del caso a fare ancora più pressione di quelle del proprio cuore. La lenta e graduale trasformazione di Laurence, così come il cambiamento in moglie frustrata di una donna che si credeva sicura ed emancipata mostra una sicurezza di narrazione ancora più sorprendente visto che il giovane Dolan è anche alla sceneggiatura.
E si dimostra ancora più maturo per le scelte di fotografia e di colonna sonora (molto molto 80's e ricche di stile) che incorniciano i momenti più suggestivi del film, con bizzarrie degne di un Gondry ispirato, con geometrie e con composizioni equilibrate al massimo, con riferimenti cromatici e vere e proprie lezioni d'uso della macchina da presa e di come muoverla.
Il lungo racconto di una vita in trasformazione passa quindi lasciandoci affascinati e ammaliati, con un doppio finale doppiamente commovente che fa tramutare quell'invidia inevitabile in un'inevitabile ammirazione.
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