Da sempre coltivata
per estrarne preziosa essenza dalle molteplici proprietà, la lavanda è apprezzata anche come pianta ornamentale perenne di ben poche esigenze che con il suo portamento compatto e il bel fogliame argenteo dona luce e geometria a qualunque spazio verde.
Di lavande esistono varie specie che si differenziano per colore e periodo di fioritura, per fogliame e per resistenza o meno alle basse temperature, e le lavande utilizzate per l’estrazione degli olii essenziali sono da distinguersi tra lavanda, classificata con il nome latino di Lavandula officianalis anche L. vera o L. angustifolia e il lavandino, Lavandula hybrida, pianta formata dall’incrocio di Lavandula angustifolia e L. spica.
LAVANDA
Lavanda officinalis cresce spontanea in collina e in montagna ed è un cespuglio piccolo e compatto capace di adattarsi alle più rigide temperature invernali, fiorisce precocemente nel mese di maggio e presenta un’unica infiorescenza per stelo lunga circa tre centimetri. Dalla lavanda si etrae un olio essenziale molto pregiato usato prevalentemente per prodotti erboristici e medicamentosi. Si riproduce tramite semina da effettuare preferibilmente in primavera o in estate, in un misto di parti uguali di torba e vermiculite o altro materiale inerte quale sabbia o perlite. Mantenendo umido il terriccio con frequenti vaporizzazioni, la germinazione dovrebbe avvenire in 3 o 4 settimane, le giovani piante saranno poste in ombra e al riparo dall’azione degli agenti atmosferici e gradatamente portate alla luce diretta del sole.
Le spighe si tagliano a giugno, terminata la fioritura la pianta deve essere comunque potata per eliminare tutti gli steli sfioriti e per mantenere compatta e ordinata la vegetazione recidendo le spighe all’altezza delle prime foglioline basali. A metà marzo una potatura più radicale stimola lo sviluppo di nuovi getti laterali, rigenera e rinvigorisce l’arbusto che altrimenti tenderebbe a lignificare.
LAVANDINO
Il pregio di Lavandula hybrida è la generosità della fioritura che colora di blu-violetto i campi estivi della Provenza, fiorisce fra giugno e luglio e ogni spiga è divisa in tre ramificazioni che portano ognuna infiorescenze lunghe fino a 8 centimetri. Produce un estratto più forte e canforato di quello della lavanda e comunemente è utlizzato dall’industria profumiera e il suo fiore essicato si conserva in mussole o cuscini per profumare la biancheria. Il lavandino ha uno sviluppo maggiore sia in altezza che in diametro rispetto alla lavanda.
La propagazione del lavandino, Lavandula hybrida, avviene per talea prelevando in autunno o inizio primavera da piante di 2-3 anni, porzioni di rami parzialmente legnosi lunghi circa di 10 centimetri. Il taglio della talea va praticato sotto un nodo e per evitare marciumi e ridurre la traspirazione, occorre rimuovere le foglie basali prima di interrare a 3-4 centimetri di profondità. La nuova piantina si potrà trapiantare la primavera successiva.
Le spighe fiorite del lavandino si tagliano tra luglio e agosto e si procede per il mantenimento dell’arbusto con cure e tempistiche come quelle per la lavanda.
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in questo video realizzato per QVC vi mostro la differenza tra la lavanda e lavandino. Se avete piacere di scoprire altri segreti di giardinaggio e di decor, qui gli altri video ABOUTGARDEN.
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I LOVE LAVANDA venerdì 2 e sabato 3 agosto, info qui.
Per ill mio bosco giardino ho scelto Lavandula vera, è più adatta a vivere in un luogo che spesso in inverno raggiunge temperature sotto lo zero, il raccolto è meno abbondante ma i suoi fiori sono molto più profumati. E voi, quale specie di lavanda coltivate o vorreste coltivare in giardino o sul terrazzo?
BUON GARDENING!