Ecco l’intervista del pocho rilasciata al Mattino: «Reja è stato come un padre, il mio primo allenatore in Italia. Con me usava la carota e il bastone. Si divertiva anche a ”sfruculiarmi” quando portavo i capelli lunghi ma lo ricordo con affetto. Lui mi consentiva di muovermi con grande libertà in avanti e questo mi ha consentito di ambientarmi subito contro le difese italiane che, si sa, sono molto più dure di quelle sudamericane”.
ECCO L’INTERVISTA COMPLETA