Vita sregolata o necessità? Quanti turni di notte si avvicendano nelle città d’Italia, quanti jet lag, quanti mestieri della notte siamo abituati ad incontrare nella nostra vita. Che lavorare di notte potesse stravolgere il nostro ciclo di vita quotidiano era prevedibile, bisognava, però, attendere una ricerca dello Sleep Research Centre dell’Università del Surrey in Gran Bretagna per studiare degli effetti ancora più condizionanti per la nostra salute.
La ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), conferma, come già evidenziato in passato, che il lavoro notturno, se prolungato nei tempi, può causare gravi danni alla salute aumentando le possibilità di contrarre malattie come il diabete 2 o il rischio di infarto ed ictus. Gli scienziati sono però andati oltre seguendo, per la loro ricerca, i partecipanti in una giornata “artificiosa” di ben 28 ore e prelevando dei campioni di sangue dai soggetti ad intervalli periodici. Le analisi hanno dimostrato come circa il 6% dei nostri geni, regolati per lo più dal ritmo circadiano sonno-veglia, venga alterato andando a turbare nel tempo la “quiete” e le funzionalità del nostro organismo.
- Ricerca di: Sleep Research Centre dell’Università del Surrey
- Pubblicata su: Proceedings of the National Academy of Sciences
- Conclusione: Lavorare di notte può comportare una modifica del codice genetico