L’apertura festiva dei supermercati non è un argomento che lascia assolutamente indifferenti.In un momento storico nel quale gli italiani non hanno ancora il piacere di essere legiferati da un Governo democraticamente scelto dal Popolo, la crisi ha dimezzato il potere d'acquisto, la disoccupazione è alle stelle, inoltre ogni giorno si contano almeno 6 suicidi e centinaia di esercizi tirano giù la serranda; la Domenica, per gentil concessione del decreto "Salva Italia" di Monti, le famiglie possono allegramente recarsi nei propri Centri Commerciali preferiti per fare SHOPPING!!!
Che cosa comporta la liberalizzazione delle aperture?
Chi agevola questa "Nuova Libertà di Apertura"?
Per capire la vera natura del decreto occorre fare un passo indietro a prima che, in punta di piedi, decine, centinaia e poi migliaia di Centri Commerciali colonizzassero intere aree che ai tempi valevano poco più di quattro soldi.L'Italia nel corso della sua millenaria esistenza ha tessuto una rete commerciale sulla quale ancora oggi si basano moltissime tradizioni della nostra Società.Moltissimi villaggi, borgate, paesi, città e metropoli devono la loro nascita a quella che un tempo fu uno dei più grandi centri di scambi commerciali sia europeo che mondiale.Il ruolo della bottega, da sempre viene monitorizzato dai governanti per valutare il termometro della società. La "micro-economia" è composta da famiglie, imprenditori, commessi, trasportatori, manovali, agricoltori, installatori, progettatori, maestri ed allievi.
Monti ed il suo staff hanno voluto deliberatamente favorire la grande distribuzione, vendendo o meglio svendendo il lavoro e le fatiche di milioni di italiani.I piccoli commercianti vengono giudicati alla stregua dei peggiori criminali taggandoli come evasori e parassiti, di contro i grandi centri non hanno problemi ad emettere gli scontrini fiscali perchè troppo spesso la vera evasione avviene dietro le quinte.
In che modo i piccoli commercianti si difendono da questa decisione?
Le grandi catene posseggono quasi sempre la proprietà del terreno. Non temono improvvisi aumenti di affitto, i contratti di luce e gas sono agevolati, le grandi spese vengono compensate con la riscossione degli affitti dei negozi delle gallerie ed il costo del personale è ridotto al minimo indispensabile, ottimizzato per la massima resa e la minima lamentela.I piccoli negozi e le botteghe, si trovano a combattere con armi impari, sono obbligati a licenziare i propri lavoratori o ridurgli drasticamente le ore lavorative pur di far sopravvivere l'attività, creando in questo modo un immediato disservizio per la poca clientela rimasta ed un vortice di disoccupazione senza fine.
Qual'è il ritorno economico per le Aziende?
Il decreto Monti aveva due finalità ben precise: la prima di esponenziale aumento dell'occupazione, la seconda di favorire gli introiti degli esercizi dandogli la possibilità di guadagnare un giorno in più a settimana.-Nulla di tutto ciò è avvenuto-La disoccupazione è in vertiginoso aumento ed il conto economico delle Aziende è in picchiata.Marcello Cestaro, 75 anni, presidente del gruppo veneto della grande distribuzione, ha il merito, secondo la dirigente della Cisl, di aver preso atto, prima di altri, che la liberalizzazione di domenica e nelle festività dei grandi centri commerciali non crea profitto, ma aumenta i costi e complica le relazioni con i collaboratori.
Qual'è stato il risultato delle liberalizzazioni?
Solo la grande distribuzione è riuscita a sostenere aperture sette giorni su sette, mentre i consumi si spostano al fine settimana, i piccoli esercizi commerciali soccombono desertificando i centri storici e cambiando per sempre il panorama delle nostre città italiane, tradizionalmente fatte di piccole botteghe, un patrimonio che costituiva da sempre anche un tessuto connettivo sociale, oltre che in alcuni casi oggetto di interesse turistico.Gli intenti erano di aumentare l'occupazione, ma il risultato è spiacevolmente drammatico; dalla media di undici aperture domenicali si è passati bruscamente a 52. Si è così formato un esercito di lavoratori precari senza diritti, assunti con contratto a chiamata solamente per integrare ulteriormente l'organico in queste festività.-Il Risultato?Milioni di ragazzi diplomati e laureati costretti a lavorare nei week-end con la certezza di non riuscire ad ottenere una sistemazione solida sulla quale potersi costruire un futuro.Giovani che vivono la giornata, coscienti del fatto che alla prima contrazione del fatturato, corrisponde per loro l'immediato licenziamento.Moltissime aziende da anni preferiscono assumere il proprio personale attraverso escamotage architettati ad hoc, per i quali il dipendente si ritrova buste paghe da fame senza alcun diritto di mutua, ferie e persino trattamenti di fine rapporto; di contro i costi del lavoro non pesano sui bilanci annuali ed il punto vendita vanta in ogni momento di un personale giovane e sempre diverso.-Vogliamo parlare di inquinamento?Le soglie di inquinamento urbano nei giorni festivi sono in continuo aumento rispetto al passato.I vecchi valori della domenica in famiglia che trascorreva la giornata al mare, in campagna o semplicemente a casa dei nonni è stata sostituita con un inutile tour attraverso occasioni, promozioni, volantini e parchi commerciali!!!
Identikit del Cliente Domenicale...
Ci sono splendide giornate di sole in ogni stagione dell'anno, ma...se andate a farvi un giro nei centri "commerciali" aperti, trovate tantissime persone che gironzolano con aria annoiata davanti alle vetrine, spingendo carrozzine, sbadigliando come gli ippopotami, con lo sguardo da pesce lesso. E' il popolo dei domenicali che non sapendo bene come impiegare il loro tempo libero, lo occupano a lavoratori che, un'idea chiara l'avrebbero!...Fiumane di persone, strade intasate, ingorghi, parcheggi pieni, code, automobili in doppia fila oppure parcheggiate nelle aree riservate alle donne incita o ai portatori di handicap pur di non camminare due metri in più... No, no non è uno scenario di guerra, nessuno sfollato, non si tratta nemmeno dell'ultimo giorno prima di una grande carestia, è semplicemente la descrizione di una domenica X durante l'anno!
I Lavoratori Insorgono: "Non Siamo Robot, Abbiamo Diritto ad una Vita Sociale"
L'ultimo contratto collettivo del commercio dispone che le domeniche vengano retribuite solamente con una maggiorazione del 30%, ed un recupero infrasettimanale nel caso in cui il dipendente superi le 40 ore settimanali di lavoro.In pratica su 6 ore lavorate di domenica spettano in busta paga appena 12 euro lorde in più!
Non stiamo parlando di mestieri essenziali ad un servizio pubblico come forze dell'ordine, vigili del fuoco e pronto soccorso, sono diversi ancora dalla ristorazione e dai bar; obbiettivamente la spesa la si può fare in qualunque momento della settimana, la domenica non è MAI stata indispensabile e non lo è ancora oggi.
Del resto siamo gente che lavora per vivere e non il contrario!Aprendo la domenica non si porrà rimedio alla crisi in quanto il numero delle vendite verrà spalmato per 7 giorni invece che per 6.. quindi dov’è il guadagno? Le spese saranno maggiori (un giorno in più di luce, gas, acqua, e ovviamente TASSE per non parlare delle paghe ai dipendenti…)L’apertura domenicale non fa bene a nessuno e non serve essere un economista per capirlo! Cestaro, in un’aula universitaria a Padova, davanti agli studenti di economia, nell’ambito del corso di strategia d’impresa del professor Giovanni Costa ha affermato: «Con le aperture domenicali anche chi abita lontano dalle città finisce per spingersi nei centri commerciali. E gli acquisti nei negozi periferici si stanno limitando a pochi articoli, il latte e il pane. E quei negozi stanno chiudendo in modo pesante». Noi italiani copiamo sempre il peggio dal resto del mondo in particolare gli americani, che dopo le aperture domenicali hanno sentito l'esigenza dei "drugstore" aperti 24 ore su 24...
Per tutte le persone ignoranti che affermano "hanno scelto loro di lavorare lì...", occorre precisare che non hanno certo scelto di essere schiavizzati per 1000 euro al mese, lavorando costantemente i festivi senza godersi la propria Vita.Molti di quei ragazzi con la polo colorata sulla quale è impresso il marchio del centro a cui appartengono hanno degli obblighi da rispettare, chi il mutuo, chi l'affitto, chi le rate della macchina, chi la famiglia e chi soltanto il piacere di voler passare almeno un giorno su sette con i propri amici; insomma hanno una Vita al di fuori del lavoro, o almeno vorrebbero averla...La situazione più demoralizzante a cui sono costretti i dipendenti dei commercio è l'obbligo di lavorare durante le festività socialmente più importanti come il Natale, il Capodanno, Pasqua, Ferragosto ma la beffa peggiore avviene proprio in onore della festa dei lavoratori!! Quando l'Italia si ferma per festeggiare e godersi una giornata di festeggiamenti, i centri commerciali imperterriti rimangono aperti, neanche vendessero farmaci salva vita.Il lavoro domenicale ha portato un'ulteriore grave problema nelle famiglie con figli, peggio ancora se numerose. E' proprio in questi giorni festivi che i lavoratori si trovano più in difficoltà, dal momento in cui asili e baby parking si godono il meritato giorno di chiusura, i genitori non possono fare altro che sballonzolare i propri bimbi alla ricerca di qualcuno che possa prendersi la briga di occuparsene per tutta la festività; anche in questo caso le amministrazioni comunali ignorano i bisogni delle famiglie fregandosene altamente.
Quale alternativa possiamo adottare?
Ammettere un'errore non è un delitto, ma soltanto un atto di intelligenza.Le liberalizzazioni folli non hanno portato risultati positivi, quindi sarebbe opportuno fare un passo indietro e tornare alle normali aperture settimanali nelle quali gli esercizi venivano incontro ai bisogni dei consumatori con orari di apertura persino "extra large". Se in 12 ore su 24 di apertura, 6 giorni su 7 il cliente non riesce a trovare il tempo di fare la spesa, allora i problemi sono altri...In particolari esigenze territoriali o turistiche si possono sempre prevedere le aperture straordinarie come nei periodi natalizi, pasquali o in altre festività comandate.Occorre inoltre fissare un tetto massimo di domeniche lavorative anche ai lavoratori del commercio, dando la possibilità ad ognuno di loro di potersi godere la domenica come meglio crede.
Liberare la domenica si può.
Marcello Cestaro, il patron del colosso commerciale Unicomm, fa partire dai suoi punti vendita una svolta "pro famiglia", affermando che la sua impresa ha prima di tutto un'etica ed una funzione sociale, così decide la chiusura festiva per i suoi 500 punti vendita. Altre catene commerciali sono pronte a seguire il suo esempio, ed in politica qualcosa si muove.
Ti sei accorto anche tu che la domenica è fatta per riposarsi e non per visitare i centri commerciali?Allora smetti di fare la spesa nei giorni festivi, prediligi gli acquisti nei piccoli negozietti e fai leggere questo articolo anche ai tuoi amici!
Prima di concludere ti invitiamo a leggere questa storiella che forse ti aiuterà ad aprire gli occhi su certi aspetti della Vita quotidiana a cui non sempre facciamo troppo caso…
Figlio: "Papà, posso farti una domanda?"Papà: "Certo, di cosa si tratta?"Figlio: "Papà, quanti soldi guadagni in un ora?"
Figlio: "Volevo solo saperlo. Per favore dimmelo, quanti soldi guadagni in un ora?"
Papà: "Se proprio lo vuoi sapere, guadagno $100 in un ora"
Figlio: "Oh! (con la testa rivolta verso il basso)
Figlio: "Papà, mi presteresti $50?"
Il padre si infuriò.
Papà: "La sola ragione per cui me lo hai chiesto era per chiedermi in prestito dei soldi per comprare uno stupido giocattolo o qualche altra cosa senza senso, adesso tu fili dritto per la tua stanza e vai a letto.
Pensa al perché stai diventando così egoista. Io lavoro duro ogni giorno per questo atteggiamento infantile.
Il piccolo bambino andò in silenzio nella sua stanza e chiuse la porta.
L'uomo si sedette e diventò ancora più arrabbiato pensando alla domanda del ragazzo. Come ha avuto il coraggio di farmi una domanda simile solo per avere dei soldi?
Dopo un ora o poco più, l'uomo si calmò, e cominciò a pensare:
Forse c'era qualcosa che aveva davvero bisogno di comprare con $50, non chiede dei soldi molto spesso.
L'uomo andò nella stanza del piccolo bambino e aprì la porta.
Papà: "Stai dormendo, figlio?"
Figlio: "No papà, sono sveglio".
Papà: "Stavo pensando, forse sono stato troppo duro con te prima. È stato un giorno faticoso per me oggi e mi sono scaricato su di te. Questi sono i $50 che mi hai chiesto".
Il piccolo bambino si sedette subito e cominciò a sorridere.
Figlio: "Oh, grazie papà!"
Da sotto il cuscino tira fuori delle banconote stropicciate. L'uomo vide che il bambino aveva già dei soldi, e iniziò ad infuriarsi di nuovo. Il piccolo bambino iniziò lentamente a contare i suoi soldi, e dopo guardò il padre.
Papà: "Perché vuoi altri soldi se ne hai già"?
Figlio: "Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso si".
"Papà, ho $100 adesso. Posso comprare un ora del tuo tempo? Per favore vieni prima domani. Mi piacerebbe cenare con te."
Il padre rimase impietrito. Mise le sue braccio attorno al suo bambino e lo implorò di perdonarlo. Questa è solamente una storia per ricordare a tutti voi che non bisogna sempre lavorare così duramente nella vita. Non ci rendiamo conto che il tempo ci scivola via tra le dita senza averne speso un po' con le persone più importanti della nostra vita, quelle vicino ai nostri cuori. Ti ricorderai che $100 valgono il tuo tempo con la persona che ami?
Se noi morissimo domani, la società per cui lavoriamo ci potrà facilmente sostituire in qualche giorno. Ma la famiglia e gli amici che ci lasciamo dietro sentiranno la mancanza per il resto delle loro vite. E inizia a pensarci, noi mettiamo tutto ciò che abbiamo sul lavoro piuttosto che sulla nostra famiglia.
Tratto dal Diario di Prince