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Know-How è un termine inglese il cui significato letterale è "sapere come". Rappresenta di solito l'insieme di conoscenze, esperienze e abilità in uno specifico settore.
Viene tradotto in italiano con "conoscenza, capacità ed abilità" accumulate da una persona, da un'impresa, da un Paese.
In campo economico cedere know-how significa "vendere" conoscenze, competenze tecnico-scientifiche nonché esperienza.
Sono know-how, quindi, i pareri e le consulenze tecniche e scientifiche fornite da liberi professionisti.
Ho provato a classificare 4 tipologie di conoscenza spesse confuse o sovrapposte con il know-how.
1. La conoscenza teorica ovvero so che cosa è come concetto, modello o teoria;
2. La conoscenza pratica ossia conosco come funziona o come inserire la conoscenza in un sistema già consolidato di saperi;
3. La conoscenza tecnica ovvero la capacità di usare la conoscenza per raggiungere degli obiettivi prefissati;
4. La conoscenza professionale o la capacità di usare la conoscenza per generare valore in termini di business.
I quattro tipi di conoscenza sono diversi tra loro e possono essere considerati degli steps progressivi da sviluppare ed implementare via via con l’esperienza professionale e la formazione specifica.
Ad esempio posso conoscere che cosa è un piano di marketing, sapere come andrebbe formulato, saper scrivere ed implementare un efficace piano di marketing per la mia azienda ed infine saper insegnare ad altri come riuscire a farlo in modo ottimale per la loro specifica attività.
Normalmente ciascun professionista sviluppa un proprio know how specifico, spesso settoriale, che cerca poi di collocare sul libero mercato. Un professionista serio cerca di vendere il proprio know how sforzandosi di differenziarsi dai competitors ad esempio illustrando la propria capacità di problem solving.
La crisi attuale economica ha accentuato comportamenti di sconfinamento con professionisti che cercano di allargare il proprio business invadendo aree di competenze non proprie e vantando know how e capacità possedute spesso solo in termini di conoscenza teorica.
Con la diffusione dei social network e la possibilità per ogni persona di condividere le proprie opinioni ed esperienze assistiamo ad un vero e proprio bombardamento on line di opinioni, pareri e consigli di esperti e sedicenti tali.
Ho definito questo fenomeno come lo sviluppo dell’area degli spacciatori di conoscenza, in quanto queste persone cercano di vantare competenze ed esperienze in realtà molto poco approfondite e vissute su una reale esperienza professionale.
Questo fenomeno inoltre genera meccanismi di confusione, spiazzamento e distorsione della già complicata competizione concorrenziale.
Come riconoscere lo spacciatore di conoscenza dall’onesto e corretto lavoratore professionista del know how?
Dalla mia esperienza ecco alcuni sintomi che possono rivelarlo.
1. L’assoluta certezza nelle sue affermazioni e valutazioni.
2. Spesso è presente una nota di arroganza e di disprezzo per le opinioni diverse dalla sue.
3. E’ sempre autoreferenziale o cita i classici studi a memoria.
4. Usa il ragionamento astratto.
5. Lo stile del linguaggio è molto tecnico e ricco di tecnicismi in modo da renderlo scarsamente comprensibile.
6. Tende a complicare ogni aspetto pragmatico e a fare infiniti distinguo verbali.
7. Il suo pensiero segue uno svolgimento assolutamente lineare. Di fronte ad interruzioni o cambiamenti di piano logico perde il filo ed il senso del discorso.
8. Se è in aula proietta senza sosta centinaia di slides fitte fitte di testo che regolarmente legge in modo monotono.
9. Se gli chiedete degli esempi pratici cambia discorso o porta casi classici di multinazionali, come da manuale, per impressionare.
10. Se gli chiedete come potete usare concretamente nella vostra realtà le conoscenze vi dirà che bisogna studiarci sopra attentamente e che serve un incarico ufficiale a pagamento per farlo.
Conoscete degli spacciatori di conoscenza? Cosa ne pensate?