È iniziata la stagione degli accordi sindacali in tema Lavoro Agile/Smart Working. Randstad ha siglato con Cgil, Cisl e Uil un accordo sperimentale per dare il via ad una sperimentazione che, tra pregi e difetti, ha il merito di segnare un punto di inizio nelle trattative in materia. Daniele Bailo, Segretario UIL Lombardia, ha scritto per noi un commento all'accordo, che pubblichiamo volentieri nell'attesa di vedere se, dalla prima sperimentazione quadrimestrale, questa importante novità andrà a sistema.
Cominciano a diffondersi le sperimentazioni sullo Smart Working. La giornata dedicata al lavoro agile (#lavoroagile16) svolta ieri, ha rappresentato l’entusiasmo e la partecipazione dei coinvolti.
Inutile e forse banale sottolineare che l’armonia tra i tempi di vita e i tempi di lavoro possono concorrere a una migliore produttività e a una maggiore serenità allo svolgimento delle proprie funzioni. Se ne discute da anni e oggi i tempi sono decisamente maturi anche per misurare questo potenziale. Lo consentono le tecnologie, le reti di connessione sempre più affinate, sebbene le coperture e i servizi da dedicare allo scopo, penso soprattutto agli Hot Spot pubblici, alla copertura Wi-Fi diffusa etc, riguardano le grandi città e nemmeno tutte, limitando le possibilità di intraprendere questa organizzazione del lavoro solo in aree circoscritte. Il recente accordo di rinnovo del contratto Agro-Alimentare, gli accordi aziendali come questo di Randstad, ci dicono che non solo i tempi sono maturi ma che è possibile realizzarli in molti ambiti, non necessariamente nella grande impresa.
Rimangono però limiti normativi che condizionano la sperimentazione. In questo senso le cautele spingono le aziende a condividere accordi con una serie di vincoli. Le coperture assicurative sono un esempio: quanto e come INAIL rende disponibile una effettiva libertà di movimento delle persone? Quanto e come le aziende sono garantite nelle loro policy di riservatezza dei dati nelle connessioni pubbliche? Nota: vale anche per quelle domestiche di cui non sempre si ha cura. Domande che nell’ambito dei progetti di sviluppo del lavoro agile devono trovare risposta per rendere proficuo e fruibile il proprio tempo di vita con il lavoro.
Il rischio è di assistere al solo cambio di denominazione il cosiddetto “telelavoro”, invece di vedere sorridenti impiegati seduti sul tetto del duomo guardarsi il panorama mentre sono al lavoro sul server aziendale. Un' immagine che è stata usata in convegni dedicati, suggestiva e magari poco praticabile, ma che si presta a considerare quale sia il vero obiettivo di queste sperimentazioni.
Daniele Bailo
Per approfondire:
- Testo dell'accordo sperimentale Randstad, 2 febbraio 2016