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Lavoro: ci stanno togliendo anche la “parola”

Creato il 29 novembre 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

 

Lavoro: ci stanno togliendo anche la “parola”

L’homo sapiens destinatario, prediletto e poco meritevole, dei doni più preziosi della vita quali: il pensiero, le emozioni, la coscienza, è anche l’unica creatura dotata dello strumento comunicativo più misterioso e affascinante qual è quello della “parola”. E’ nella parola che si concretizza l’unità minima della comunicazione verbale; è grazie ad essa che il pensiero, tradotto in un insieme organizzato di suoni o fonemi ,..

 

. può uscire dalla sede originale che lo genera (la mente) e transitare all’esterno sotto forma di concetti, idee, progetti e discorsi  raggiungendo in tempo reale altre menti che ne leggono il messaggio trasportato. Questo è indubbiamente un fenomeno affascinante che consente agli esseri umani di comunicare con immediatezza  a costo zero cooperando, comprendendosi e conoscendosi profondamente tanto da poter vivere in contesti socialmente organizzati e sofisticati con enorme disinvoltura, profitto e collaborazione. Ma hai noi!, l’uomo moderno egoista, poco intelligente e poco incline alla lealtà ed al coraggio, all’onestà ed alla fierezza del sé, ha pensato bene di specializzarsi nell’uso della parola per nascondere il proprio pensiero, i propri progetti ed il proprio vero intento. Naturalmente sono proprio i soggetti più  istruiti ed acculturati che, giocando meglio col vocabolario, meglio nascondono le proprie intenzioni. Si è talmente diffusa questa prassi nella nostra cultura che fa “in” e tendenza l’essere abili manovratori della comunicazione per ottenere vantaggi personali. Partendo dalla slealtà di ordinaria amministrazione di cui, sempre più frequentemente, ormai soffrono in generale i rapporti umani vedi i rapporti di amicizia, quelli di coppia, i rapporti famigliari, quelli di colleganza, quelli all’interno del condominio, ma anche quelli fra cittadini ed enti pubblici; fra cittadini e servizi; fra cittadini e Stato. In questo tenebroso momento storico gremito di povertà, disoccupazione e di alta tensione sociale; dove in nome del bene comune viene chiesta la miseria privata; dove la parola delle molte persone perbene che vorrebbero solo lavorare non viene neanche sentita,  i nostri politici a suon di parole incomprensibili e spesso  contraddittorie stanno tenendo un concerto sull’arte del non farsi capire.


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