Magazine Carriere

Lavoro: come la visione che abbiamo degli altri può dire molto di noi

Da Psychomer
by Angela Sofo on aprile 17, 2013

Forse vi sarà capitato almeno una volta nella vita, di non sopportare il collega con il quale siete costretti a lavorare e sempre più spesso vi siete ritrovati a pensare a come la vostra giornata avrebbe un inizio decisamente migliore al pensiero di poterla trascorrere con qualcuno che rispecchi, a immagine e somiglianza, il partner di lavoro ideale con il quale condividere lo stesso punto di vista e lo stesso impegno e dedizione per i compiti da svolgere insieme. Non sempre però le immagini che evochiamo nella nostra mente disegnano un quadro armonico del collega perfetto, a volte, pur sforzandoci, non siamo in grado di figurarci un ipotetico partner di lavoro che sia corretto, leale e motivato e, dando sfogo al nostro peggior lato pessimistico, non possiamo far altro che impedire alla nostra fantasia di creare un’immagine positiva di questo fantomatico collega.

Dovete ora sapere che queste ipotetiche congetture dicono molto dei nostri lati caratteriali e del grado di impegno e motivazione che riversiamo nel nostro lavoro e nella vita in generale.

All’Università di Lincoln nel Nebraska, alcuni ricercatori hanno condotto uno studio per valutare la visione che le persone hanno di se stesse e del luogo in cui lavorano, chiedendo loro di immaginare un potenziale collega e di descriverlo nei tratti caratteriali come se lo conoscessero realmente.

Peter Harms, assistente e ricercatore dell’Università statunitense, affermò che i risultati emersi mostravano che il tipo di percezione che il campione intervistato aveva degli altri (pur trattandosi di “personaggi immaginari”), diceva molto sulla personalità dei partecipanti stessi.

Fantasticare su probabili partner di lavoro invece che limitarsi a riportare semplicemente l’idea che si ha di quelli reali ed attuali, produce indici più accurati sulla nostra effettiva visone del mondo. Questo esperimento permette di avere una maggiore consapevolezza dei nostri pregiudizi ed errori percettivi, di come interpretiamo gli eventi e delle aspettative che nutriamo nei confronti degli altri.

Il campione preso in considerazione per lo studio comprendeva all’incirca un centinaio di lavoratori provenienti da diversi campi e la ricerca mirava a valutare il “capitale psicologico” dei partecipanti e i tratti caratteriali associati alla loro capacità di superare gli ostacoli e al tipo di impegno profuso nel perseguire attivamente i propri obbiettivi.

Dopo aver sollecitato i presenti ad immaginare dei probabili partner di lavoro in una sequela di ipotetiche situazioni, fu chiesto loro di stilare una classifica sulle persone fantasticate basandosi su una ampia gamma di caratteristiche. E’ emerso dallo studio che gli individui che avevano immaginato colleghi impegnati in comportamenti proattivi e pronti a riprendersi con facilità dai fallimenti, erano persone effettivamente più felici e più produttive all’interno del loro ambiente lavorativo.

Le persone sono solitamente riluttanti e non perfettamente in grado di dare una valutazione accurata di se stessi ma grazie a questo studio e all’uso di una narrazione proiettiva, si sono potuti evidenziare e riconoscere i benefici che possono derivare dall’avere un atteggiamento mentale positivo nei confronti degli altri.

Le relazioni che instauriamo nei luoghi di lavoro possono influire sulla percezione che abbiamo di noi stessi ed agevolare o meno la motivazione necessaria per ottenere dei risultati soddisfacenti. Se il nostro capo ci considera incompetenti e svogliati, il suo atteggiamento finirà con il favorire in noi esattamente quei pattern negativi di comportamento da lui prefigurati. Risulta quindi un compito arduo, essere motivati ed entusiasti per qualcuno che non ha una buona opinione di noi mentre, al contrario, la maggior parte delle persone sono ben propense a dare il meglio di sé quando lavorano a fianco di qualcuno che realmente crede in loro, stimolando il desiderio di non deludere chi ha riposto in loro fiducia.

Fonte:

University of Nebraska-Lincoln (2012, January 19). Imagine that: How you envision others says a lot about you in real life. ScienceDaily.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog