Da una recente indagine di Cornerstone OnDemand (NASDAQ:CSOD), fornitore di soluzioni cloud per la gestione dei talenti, condotta in collaborazione con Kelton, società statunitense di ricerca, emerge che il 68% dei lavoratori statunitensi a tempo pieno è afflitto da un eccessivo carico di lavoro (+14% rispetto ai risultati dell’indagine condotta nel 2013). Oltre la metà degli intervistati (52%) dichiara che il carico di lavoro – rapporto tra il tempo necessario per completare i compiti giornalieri e le ore di lavoro disponibili al giorno – è peggiorato negli ultimi 12 mesi.
Una questione di sovraccarico di lavoro?
Sebbene alcuni lavoratori si sentano sopraffatti dalle troppe informazioni (40%) e dalla tecnologia (27%), oltre 6 persone su 10 (61%) crede che sia il sovraccarico di lavoro l’ostacolo principale alla produttività. Il risultato è l’amplificarsi del paradosso che caratterizza il lavoro nell’epoca della iperconnessione: più le persone sono oberate, più sono le ore che devono dedicare al lavoro. Più si lavora e meno si è produttivi; meno produttività significa più tempo necessario al lavoro. In un periodo storico in cui la tecnologia va modificando i ritmi di lavoro tradizionali, più di un quarto degli intervistati (26%) dichiara di non riuscire a staccare, nemmeno in vacanza.
Principali ostacoli alla produttività
Condotta per il secondo anno consecutivo, l’indagine di Cornerstone sullo Stato della Produttività della Forza Lavoro mira a esaminare le modalità lavorative, i luoghi di lavoro e come gli strumenti che le persone utilizzano a livello professionale influiscano sulla produttività e il successo in azienda. I risultati evidenziano che gli strumenti e la modalità di gestione del lavoro odierni non sono in grado di formare la forza lavoro del futuro. Tuttavia, l’indagine indica anche possibili soluzioni, come orari di lavoro flessibili, ambienti lavorativi che riducano la dispersione e utilizzo di tecnologie indossabili.
Orari felssibili per trattenere i talenti?
Adam Miller, fondatore e CEO di Cornerstone OnDemand ha risposto quanto segue: “Viviamo in un mondo dove la presenza fisica sta diventando un optional, il confine tra lavoro e vita privata diventa sempre più sottile e gli orari di lavoro flessibili sono visti dai dipendenti come un diritto, non come gentile concessione del datore di lavoro. Le aziende che permettono ai loro collaboratori di svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi, attraverso politiche, risorse e cultura del lavoro innovative, sono nella posizione ideale per attrarre e trattenere i talenti. Fortunatamente, il cloud e la tecnologia mobile stanno rendendo più facile intrecciare spazi di lavoro fisici e virtuali in modi che incoraggiano la collaborazione e la connettività”.
Altri risultati rilevanti emersi dall’indagine:
Gestione del tempo. Avere tempo libero potrebbe aiutare i dipendenti a essere più produttivi. Il 65% dei lavoratori pensa che poter avere orari di lavoro flessibili e la possibilità di lavorare da casa possa aumentare la produttività. Lo stesso numero di intervistati concorda sul fatto che, con la giusta tecnologia, le riunioni faccia a faccia potrebbero essere completamente sostituite. Dai risultati emerge però che solo al 19% dei lavoratori è permesso lavorare da remoto.
Distrazioni. Il 43% dei dipendenti considera le visite improvvisate dei colleghi il peggior nemico della produttività. Non sorprende quindi che per il miglioramento della produttività siano stati indicati in primo luogo ambienti di lavoro che favoriscano la concentrazione, come le “stanze chiuse” (37%), seguiti da “uffici a cubicoli” (23%). Solo il 19% considera idonei gli open space.
Tecnologie indossabili. La tecnologia indossabile sembra essere uno strumento di produttività ancora poco utilizzato. Sebbene solamente il 12% degli intervistati dichiari di utilizzare questa tecnologia per lavoro, il 71% ne riconosce i vantaggi a favore della produttività. Questo piccolo numero di utenti utilizzatori è però destinato a crescere: il 72% degli intervistati ritiene che la tecnologia indossabile sul posto di lavoro finirà infatti per diventare standard. La domanda è in crescita, come dimostrato dal 66% del campione intervistato disposto a utilizzare questi strumenti tecnologici se questi aiutano a svolgere il proprio lavoro al meglio (+7% rispetto allo scorso anno).
Rilevamento dati sul personale. 8 lavoratori full time su 10 sarebbero disponibili a utilizzare tecnologia indossabile fornita dall’azienda per tenere sotto controllo dati relativi la salute e il benessere del personale. Alcuni sarebbero disponibili a farlo in cambio di benefit, come ad esempio un aumento del bonus di fine anno (67%) o la riduzione del premio dell’assicurazione sanitaria (57%). Il 76% dei lavoratori intervistati si dichiara favorevole a fare lo stesso per dispositivi indossabili che tracciano performance e produttività in cambio di un giorno di vacanza extra per ogni mese di rilevamento dati (54%), orari di lavoro flessibili e modalità di lavoro da remoto (54%) o una riduzione del 5% delle ore lavorative (41%).
“I lavoratori affermano di sentirsi sovraccarichi e improduttivi; ma è fondamentale sapere se i datori di lavoro siano a conoscenza di questa situazione”, conclude Miller. “I risultati dell'indagine sottolineano quanto sia importante conoscere la propria forza lavoro. La capacità di aiutare i dipendenti ad affrontare gli ostacoli alla produttività e creare le condizioni migliori per il loro successo non solo aiuta le imprese a rimanere competitive, ma ha un impatto positivo anche sull'impegno e la fedeltà dei dipendenti”.
Per saperne di più vai al sito: www.csod.com/sowp14