La crisi economica mostra i suoi aspetti più deleteri quando i dati relativi all’occupazione si incrociano con quelli relativi alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale: gay, lesbiche e transessuali risultano, infatti, essere tra i soggetti maggiormente penalizzati nel mercato del lavoro.
E’ quanto emerge dalla guida “Rights at Work - I diritti delle persone LGBT nei luoghi di lavoro” (realizzata dall’UNAR in collaborazione con Arcigay e Mit che sarà presentata domani a Palazzo San Giacomo): un vero e proprio manuale contro le discriminazioni sul luogo di lavoro.
Al 13% delle persone gay e lesbiche e al 45% di quelle trans è stato negato un posto di lavoro a causa del proprio orientamento sessuale mentre il 70,4% dichiara di aver subìto maltrattamenti per lo stesso motivo. Un dato positivo: il 54,6% ritiene che entro 5 anni la situazione migliorerà sensibilmente.
“Dati che calati su Napoli e la Campania - dichiara Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, al Corriere del Mezzogiorno - assumono dimensioni percentuali ancora più allarmanti. Sono circa 2500 i transessuali che risiedono tra il capoluogo e la provincia e, purtroppo, qui non vi sono percentuali che tengano, poiché ad essi viene puntualmente negato l’accesso all’impiego e quasi tutti sono costretti a prostituirsi. Per gli omosessuali la discriminazione è molto più sottile, in quanto non tutti si dichiarano sul luogo di lavoro”