Mi immagino l’ostetrica, mentre madre stremata tiene tra le braccia il piccolo o la piccola che non la farà dormire per mesi, che le vomiterà sulla spalla, che però le darà molta gioia, sì insomma vedo l’ostetrica che dice: “Signora, allora, benvenuta nel mondo delle mamme. Pappine, cremine, ciucci e La Guida alla tua Vita. Questa gliela dia quando ha un 6 anni, e mi raccomando, faccia in modo che la studi bene.”
No, perché così noi saremmo preparati agli inconvenienti della vita. Immagino anche i capitoli: “Adolescenza- farai finta di odiare tua madre per un po’, sarai scontrosa e brufolosa. Tranquilla poi passa.” “17-20 anni: non ti andrà mai bene nulla. Ti lamenterai sempre. Probabilmente andrai all’università in un’altra città e farai conoscenza con l’alcool. E le canne. NON TI DROGARE TROPPO! Che poi non rendi all’università.” Eccetera Eccetera.
Non voglio nemmeno pensare al capitolo sull’amore, in tutte le sue sfumature: dal rosso passione innamoramento al merda ma chi me l’ha fatto fare bastardo.
Ecco. Tutto questo perché sto cercando lavoro. Oh, e perché mai stai cercando lavoro, vi chiederete. Perché alla faccia della recessione, della crisi, della disoccupazione, mi sono licenziata. La vita è una e un vaffanculo ogni tanto ci sta bene. E la vita è una sola e allora cosa perdiamo tempo a fare qualcosa che non ci piace. E una serie di altri motivi che vi risparmio volentieri. Ma insomma, il succo della faccenda è: non ero felice, e ho eliminato il motivo dell’infelicità una volta trovato.
Dunque, sto cercando lavoro. E se io fossi stata dotata della guida alla mia vita, molto probabilmente ora non mi farei venire attacchi isterici cercando lavori in siti internet che propongono 187789 lavori, di cui 187788 non ti si addicono proprio. Oppure aspettando risposte che tardano ad arrivare e scrivendo lettere di presentazione in cui sono diventata maga tuttofare di qualsiasi cosa loro vogliano da me.
Sarei andata al capitolo della guida che riguarda il lavoro, chiamato: “Cercare lavoro disperatamente- Istruzioni per l’uso. NB: che Dio t’aiuti.” e avrei letto il da farsi. Avrei studiato attentamente tutte le regole base da seguire in caso di ricerca di lavoro, come sostenere colloqui che lévati ciccio non hai speranze, come scrivere lettere di presentazione incredibilmente convincenti o curriculum distruggiavversari, roba che l’addetto alle selezioni getta via tutti gli altri curriculum e tiene solo il tuo e ti presenta al direttore come la persona che ha sempre voluto assumere. Ma soprattutto, mi sarei soffermata a lungo sulle domande da colloquio. Quelle a trabochetto, che nascondono insidie del tipo “Se dice no allora vuol dire che in realtà è sì. Se dice sì allora vuol dire che non vuole il lavoro”, mentre tutto quello che vorresti dire tu è ASSUMIMI. Quelle che non sai mai se le stanno facendo sul serio o se stanno scherzando. E tu sorridi e loro no. E allora capisci che OPS, forse era una cosa seria.
Domande che scatenano dubbi sul dove, quando, perché, come nascono, quale cervello le abbia partorite. Le sognano? Forse Gesoo appare loro in sogno e dice: “Domani al colloquio chiedi come riesce a gestire i silenzi (?!?!). E chiedi anche se non è troppo qualificata per questo lavoro (???). E perché cerca lavoro (...). Sai, cose del genere.”
Insomma, sarei andata a leggere, avrei capito tutto, non avrei avuto più alcun dubbio su quali sono i miei punti di forza e le mie debolezze in campo lavorativo. Saprei quale esperienza mi ha fatto diventare quella che sono e sarei in grado di descrivere il lavoro dei miei sogni portando anche l'indice dei costi fissi. Sarei prontissima per rispondere a ogni genere di domanda a trabocchetto che ora mi terrorizza.
Poi probabilmente c’avrei aggiunto un P.S, all'inizio del capitolo sul lavoro. Con scritto qualcosa come:
“Se hai le tette grosse, non ti soffermare su questo capitolo. Corri a fare la showgirl! Che a loro ai colloqui al massimo chiedono la taglia del reggiseno. E quella è facile: dì sempre ho una terza, ma vorrei di più."
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