Rinnovabili ed efficienza energetica sono in grado di creare un numero di posti di lavoro superiore di dieci volte rispetto a quello dei combustibili fossili.
Ad affermarlo è un nuovo studio dello UK Energy Research Centre , che ha analizzati i dati provenienti da Unione europea, Cina e Stati Uniti. Ebbene, il risultato è che il settore energetico è quello più strategico per aumentare l’occupazione a breve termine.
In particolare, la ricerca ha esaminato l’impatto sul lavoro esercitato dalle politiche energetiche pro energia pulita e risparmio energetico. Ciò che emerge, è che ad esempio l’elettricità solare è in grado di assicurare tra lo 0,4 e l’1,1 posti di lavoro per GWh generato, rispetto ai 0,2-1 posti di lavoro creati dal carbone e dal gas. Discorso simile per le misure di efficienza energetica, le cui politiche di sostegno forniscono tra lo 0,3 e un posto lavoro per ogni GWh risparmiato.
Più in generale, il Centro di Ricerca britannico sostiene che le rinnovabili creino in media fino a un posto di lavoro ogni GWh in più rispetto alle fonti fossili e che in momenti come questo, in cui l’economia stenta, è necessario concentrare la spesa pubblica su questi settori ad alta intensità di Lavoromanodopera.
“Quando l’economia è in fase di recupero – come oggi – la sfida fondamentale per la politica è quella di favorire una transizione economicamente efficace verso gli obiettivi strategici del Paese, come ad esempio affrontare il cambiamento climatico”, spiegano gli autori. ”C’è una forte necessità di investimenti nelle tecnologie rinnovabili e misure di efficienza nell’ambito del percorso verso un sistema energetico a basse emissioni di carbonio”.
[foto da risparmiolavoro.it]