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Lavoro: se l’evoluzione entra in conflitto con la natura dell’uomo

Creato il 29 marzo 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

Lavoro: se l’evoluzione entra in conflitto con la natura dell’uomo

E’ un dato di fatto che con l’avvento della globalizzazione e l’informatica il profilo dell’uomo, e in questo caso del lavoratore, sia sorprendentemente cambiato modificando la distribuzione del lavoro, ma anche la psicologia del lavoratore.  Sempre più spesso le mansioni ripetitive…

vengono affidate al computer e le fasi routinarie della produzione vengono de localizzate e spostate all’estero. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno di trasformazione della forza lavoro che denuncia una diminuzione delle attività con qualifiche intermedie. Diminuisce il fabbisogno di segretarie, di operai e di artigiani; aumenta la richiesta di professionisti e figure manageriali. La tendenza che si va profilando è quella di un lavoratore/imprenditore che gestisce la propria attività secondo i criteri di una catena di montaggio quanto più possibile tecnologicizzata. Detta tendenza però, come tutte quelle estremizzanti, difetta nell’enfatizzare i pro trascurando gli inevitabili contro. Detto per inciso nel nostro paese oltre il 20% dei giovani con età compresa fra i 15 e i 29 anni non lavorano, non studiano, non hanno alcuna formazione se non quella di individui  disadattati, ma ciò non vuole essere il fulcro dei “contro” su cui intendiamo richiamare l’attenzione, poiché  la crescente tendenza alla virtualizzazione ci preoccupa non poco e per caso ci viene in mente il fenomeno definito “second life”. La vita è ispirata dal principio del piacere il quale, tra le esperienze umane, è l’unico in grado di darle significato e senso positivo. La natura umana impone all’individuo di avere un contatto forte e ravvicinato con la materia, perché è in detta intimità che germoglia la creatività. Troppe pagine del nostro quotidiano sono divenute realtà virtuali, anche il mondo del lavoro ne è molto contaminato; tenendo presente che l’uomo tende a ciclicizzare tutto, anche ciò che è sconveniente, rischiamo davvero la snaturalizzazione. L’uomo contemporaneo in preda ad una sindrome da tecnologismo e velocizzazione che lo induce ad andar sempre di fretta per poi risultare sempre in ritardo, si allontana progressivamente da se stesso mortificando la propria natura. Gli esseri umani non sono i proprietari dell’universo in cui vivono, essi sono soltanto una delle varie forme di vita presente e come tali soggetti a delle leggi naturali delle quali dovrebbero avere migliore consapevolezza e dignitoso rispetto. La vita dell’uomo è naturalmente scandita da un’affascinante ciclicità all’interno della quale le fasi contenute, se rispettate, possono consentire le migliori forme di appagamento inteso come gioia di vivere e fierezza di se. Tanto per fare qualche esempio pensiamo al ciclo vitale; al ciclo del sonno; il ciclo riproduttivo; il ciclo lavorativo; il ciclo evolutivo fino ad arrivare ai cicli della maturazione; dell’apprendimento; della presa di coscienza; il ciclo dell’azione; delle reazioni; delle emozioni. In coincidenza di qualunque fase di detti cicli la più alta forma di appagamento umano è consentita dalla creatività contenuta nell’azione umana. L’uomo ha bisogno di creare e realizzare attraverso un continuo contatto emotivo con il mondo che lo circonda tramite il quale sperimentare la propria potenza mentre esprime gratitudine all’universo di cui è parte; se il rapporto con la vita non è un rapporto d’amore l’uomo soffre, la sua psiche si nevroticizza (vedi gli innumerevoli comportamenti di follia lucida dei nostri giorni) e la qualità della sua vita può diventare molto scadente. Va bene la globalizzazione, ben venga l’informatica, ben venga la modernizzazione, ma non dimentichiamo di rimanere protagonisti liberi della nostra esistenza, di continuare a scegliere, guardare, toccare, immaginare, creare e sognare evitando qualunque forma di condizionamento; se diventiamo schiavi della nostra superficialità, del ceco egoismo illusorio e delle realtà virtuali l’evoluzione potrebbe entrare in conflitto con la nostra natura tramutandosi in involuzione; probabilmente il processo è già in corso.


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