E’ spaventevole l’assalto chimico sferrato contro i paesi europei già straziati da una crisi che, pur di natura fittizia, ingrossa il numero di disoccupati, derelitti e poveri, demolendo gli ultimi ruderi dello stato sociale, con scuole, carceri ed ospedali trasformati in squallidi bivacchi. Grecia, Italia, Spagna, Portogallo... sono martoriati da crimini celesti, mentre il malcontento popolare esplode in manifestazioni e rivolte con cui si contestano pupi i cui fili sono retti da un burattinaio sanguinario.
Mentre i pupazzi pazzi cianciano di primarie, election day, legge elettorale… miliardi di euro sono sottratti a cittadini stremati e manganellati per avvelenare la biosfera e rendere impossibile, in caso di altri disastri (in)naturali, la sopravvivenza a quei pochi che tenteranno di ottenere qualche frutto da una terra ormai sterile, morta. Mentre i media istupidiscono l’opinione pubblica con frizzi e lazzi, si prepara la letale mazzata.
Se anche la Catalogna ottenesse l’indipendenza dall’esecrata Castiglia, patria di re tarati e di hidalgos fanatici, cambierebbe qualcosa senza un’immediata interruzione delle operazioni bio-chimiche? Cambierebbe qualcosa, nella regione che fu degli Aragona, senza un’immediata uscita dall’euro e l’introduzione di una moneta nazionale svincolata dal signoraggio bancario? Cambierebbe qualcosa senza un immediato distacco dagli organismi internazionali, forieri di ogni disgrazia: Unione europea, N.A.T.O., O.N.U. etc.?
In questi giorni si vocifera di un possibile ripristino della lira in Italia, su istanza di alcuni economisti e di molti agitatori della Rete. Se, però, la lira non fosse emancipata dal signoraggio, il rimedio sarebbe peggiore del male, poiché un’inflazione titanica divorerebbe in poche settimane le residue risorse dei cittadini, causando un tracollo economico e sociale, presupposto per la salita al potere del ducetto...
Forse è proprio questo cui mira il regista. Il forse si potrebbe anche omettere.
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