Lcn, si fa strada l'ipotesi delle tre cifre (Italia Oggi)

Si fa strada l'ipotesi di una numerazione a tre cifre per i canali del digitale terrestre, sul modello della piattaforma satellitare di Sky. Anziché partire da 1, in sostanza, si partirebbe da 100. Sarebbe la via, questa, per trovare una soluzione all'empasse in cui si è giunti dopo i numerosi ricorsi contro le delibere dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che avevano a oggetto proprio l'ordinamento automatico dei canali per il telecomando, la cosiddetta Lcn.
Un progetto ancora non definito in seno all'Agcom ma che i commissari starebbero valutando. Intanto oggi l'autorità prorogherà la vecchia numerazione, derivante dalla delibera 366 del 2010. Un atto dovuto, dopo che il Consiglio di Stato a fine dicembre aveva bocciato parzialmente la nuova delibera del 2013 (237) che avrebbe dovuto sostituirla nominando addirittura un commissario ad acta al posto dell'Agcom: nel riformulare i criteri di assegnazione della Lcn (logical channel numbering), secondo i giudici, l'autorità guidata da Angelo Cardani non aveva infatti tenuto conto della loro precedente sentenza a favore di Telenorba su una rivalutazione delle assegnazioni dell'8 e del 9. Per i telespettatori non cambierà niente: finora la numerazione è rimasta ancorata alle regole stabilite nel 2010. La delibera 237, infatti, era in stand by perché sarebbe dovuta essere messa in pratica dal ministero.
Quindi si prosegue come se nulla fosse, in attesa delle decisioni del commissario ad acta che ha il compito di rivedere la delibera 237 nelle parti bocciate, ossia l'assegnazione dei numeri 8 e 9, oggi in capo a Mtv e Deejay tv. Finora per motivi procedurali non si è avuta l'accettazione del commissario indicato dai giudici, Marina Ruggieri (docente di telecomunicazioni all'Università di Tor Vergata), che avrà tempo 90 giorni dalla presa in carico del compito per analizzare i risultati dell'indagine sulle abitudini dei consumatori prima del 2010 ed eventualmente richiederne un'altra prima di pronunciarsi.
Andrea Secchiper "Italia Oggi"